(Teleborsa) - Migliaia di
docenti neo-immessi in ruolo non hanno ricevuto lo stipendio di settembre e, probabilmente,
nemmeno percepiranno quello di ottobre: un gruppo di circa
1.700 insegnanti, coordinato da una docente, Eloisa Aquilina, denuncia una situazione che definisce di "vergogna assoluta" e chiede interventi immediati. "Alcuni colleghi sono stati costretti a tornare a casa perché non riescono a sostenere le spese di alloggio fuori sede", ha denunciato la docente.
La stampa specializzata rivela che i ritardi sarebbero dovuti a un rimpallo di responsabilità tra Ministero, scuole e ragionerie territoriali: sinora, inoltre,
il Ministero dell’Istruzione non avrebbe fornito indicazioni chiare sulla stipula dei contratti, mentre alcune scuole avrebbero trasmesso la documentazione in ritardo. Così, le ragionerie territoriali, sovraccariche di lavoro, non sarebbero in grado di evadere le pratiche in tempi rapidi. La situazione sarebbe critica in diverse province italiane, tra cui Alessandria, Novara, Torino, Pavia, Vicenza, Roma, Treviso, Lodi, Piacenza, Brescia, Voghera, Enna, Nuoro, Firenze, Verona, Latina, Milano, Venezia, Sondrio, Vercelli, Cuneo, Catania, Siracusa e Monza.
"Ancora una volta
i dipendenti della scuola vengono trattati come se fossero di serie B – lamenta
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - , perché è gravissimo che sistematicamente, ormai tutti gli anni, siamo qui a commentare questi ritardi ingiustificabili: l’anno scorso tantissimi precari con contratto breve e saltuario hanno atteso diversi mesi prima di vedersi assegnare il primo stipendio. Stavolta, però, non avremo la stessa pazienza: qualora anche il mese di ottobre dovesse passare senza con i docenti neo immessi in ruolo ancora privati del loro stipendio, arretrati compresi,
procederemo con le nostre diffide rivolte all’amministrazione e al Mef e se ciò non dovesse passare programmeremo azioni ancora più pressanti", conclude il sindacalista autonomo.