(Teleborsa) - La notizia dell'apertura di un dialogo per la
pace in Ucraina tra Stati Uniti e Russia ha favorito gli asset europei nel loro complesso, estendendo il rally anche alle valute europee, tra cui l'euro e la corona svedese. Per il momento, almeno, i mercati ignorano le difficili relazioni tra Stati Uniti ed Europa e l'ulteriore
rinvio dei dazi su larga scala ha alimentato le speranze che essi vengano utilizzati su base settoriale e come strumento di negoziazione geopolitica piuttosto che come strumento economico di base, sostenendo tutte le principali valute mondiali rispetto al dollaro e contribuendo a far salire le azioni a nuovi massimi storici negli Stati Uniti e in Europa.
Nemmeno una spiacevole sorpresa al rialzo dell'
inflazione statunitense di gennaio è riuscita a rovinare la festa della scorsa settimana, mentre i treasury statunitensi hanno ottenuto una performance positiva nonostante tutti i fattori sfavorevoli, sottolinea
Ebury, società fintech specializzata in pagamenti e incassi internazionali, soluzioni di gestione del rischio cambio e finanziamenti all’importazione, commentando l'andamento settimanale del mercato valutario.
Questa settimana, si legge, "i numeri relativi al sentiment delle imprese saranno al centro dell'attenzione, ora che i timori per i dazi sembrano essersi attenuati. Venerdì verranno pubblicati gli indici PMI delle principali aree economiche ed è prevista la lettura di un'eventuale riduzione del divario tra l'economia degli Stati Uniti e quella dell'Eurozona. Il report sul lavoro del Regno Unito (martedì) e il report sull'inflazione (mercoledì) per gennaio aggiungeranno ulteriori importanti informazioni sull' economia del Regno Unito, forse la principale area economica in cui il tasso terminale è più incerto. Tuttavia, per il momento, il rafforzamento del dollaro dovuto al "Trump trade" continua a persistere e non ci aspettiamo grandi cambiamenti nel breve termine".
GBPLa scorsa settimana la sterlina ha beneficiato del rally generale contro il dollaro. La sorpresa positiva del dato sulla crescita del quarto trimestre, che è stato rivisto in modo significativo al rialzo, passando da una contrazione a una modesta espansione, ha certamente favorito il sentiment, così come la consapevolezza che la riunione della
Banca d'Inghilterra di febbraio è stata più aggressiva di quanto non si pensasse: i membri del comitato di politica monetaria iniziano ad attribuire la colpa della crescita lenta ai vincoli dell'offerta piuttosto che alla domanda insufficiente, un cambiamento apprezzabile a nostro avviso. Questa settimana, spiegano gli esperti, sarà insolitamente ricca di nuove informazioni sull'economia del Regno Unito, in quanto verranno pubblicati i dati sul mercato del lavoro, sull'inflazione e sulla fiducia delle imprese. Ci aspettiamo di avere una visione molto più chiara del potenziale di ulteriori tagli dei tassi nel Regno Unito entro venerdì pomeriggio.
EURL'apparente rinvio di eventuali dazi sull'UE per almeno qualche settimana si è rivelato un sollievo per gli asset europei e per l'euro. Tuttavia, riteniamo che la minaccia sia stata solo posticipata, anche se non di molto, per cui saremmo scettici su un'ulteriore ripresa dell'euro, a meno che non si cominci a vedere una riduzione del divario di performance economica tra le due sponde dell'Atlantico. Due report importanti di questa settimana potrebbero iniziare a mostrare l'evidenza di tale riduzione. Martedì verrà pubblicato il sondaggio ZEW sulle aspettative degli investitori, seguito venerdì dall'indice PMI flash di febbraio sul sentiment dei manager d'impresa.
USDLa stabilità dei tassi dei Treasury statunitensi la scorsa settimana è stata notevole se si considerano i dati sull'inflazione proveniente dagli Stati Uniti. La sorpresa del rialzo dei salari di gennaio nel report sul lavoro è stata seguita la scorsa settimana da un dato sull'inflazione di gennaio spiacevolmente elevato. Una percentuale dello 0,5% nel dato headline (6% annualizzato) e dello 0,4% nell'indice core (5% annualizzato) è quanto di meno auspicabile per la
Federal Reserve e mette in discussione la possibilità di un taglio dei tassi. Per il momento, il mercato obbligazionario statunitense ha preso atto di questa notizia, mentre il dollaro USA scambia per lo più in base alle news sui dazi. Con poche notizie degne di nota questa settimana (gli indici pmi muovono meno il mercato negli Stati Uniti che altrove) e gli scambi ridotti per il President Day, il dollaro probabilmente si muoverà per lo più in base a quanto accadrà in altri paesi, a patto che non ci siano altre notizie da parte dell'amministrazione Trump, ovviamente.
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