(Teleborsa) -
La contrapposizione tra centro e periferia è un tema complesso, da sempre affrontato in una logica di dipendenza verticale di una rispetto all’altra e difficilmente gode di chiavi di lettura diverse, subordinando la cultura delle periferie delle grandi città a quella che indirettamente viene riflessa dal centro.
Pensando alla città di Roma, ad esempio, si parla di città eterna, grandi opere d’arte e di culla della cultura, ma molto spesso queste definizioni sono applicate esclusivamente al centro. Se è vero che la cultura esiste dove c’è scambio, dialogo e interconnessione, però, bisogna volgere lo sguardo più alle periferie. I dati demografici ci parlano di una densità di popolazione molto elevata in queste zone. Nel quartiere di
Centocelle nel Municipio V si registrano quasi 17000 abitanti per chilometro quadrato e dati analoghi si leggono per quanto riguarda i principali quartieri del Municipio X e VIII, con i soli quartieri della Garbatella e Tor Marancia che insieme toccano gli 80000 abitanti.
Sono molte le indagini sociali e soprattutto economiche che sottolineano l’importanza delle periferie. Secondo una dottrina è proprio nel loro sviluppo che si gioca la partita decisiva dell’Italia nel mondo, un passaggio fondamentale per compararla alle potenze dell’Unione Europea, che continuano a conservare nei suoi confronti un gap economico non indifferente.
Per crescita delle periferie non si intende, però, solamente quella economica. Si tratta di un complesso meccanismo che vede protagoniste altre sfere delle scienze sociali e culturali, in cui si trova l’arte e i suoi nuovi sviluppi, la tutela della natura e del paesaggio, ma anche la musica, l’imprenditoria e tutto ciò che concorre alla costruzione di una società sana. Forse quel che serve è riscoprire le periferie, tornare a innamorarsi dei paesaggi, dell’arte e della cultura più nascosta, diversa da quella sotto i riflettori del centro, ma ugualmente affascinante.
“Solo camminando torneremo ad innamorarci”, infatti, è il motto dell’edizione 2023 del “Festival delle Passeggiate”, il primo esempio di tentativo riuscito di valorizzazione del territorio nel contesto delle periferie di Roma. Grazie alla promozione del progetto Dominio Pubblico, il “Festival delle Passeggiate” - a cura di Tiziano Panici e Giulia Anania - è riuscito a portare nel Municipio VIII, tra
San Paolo, Tor Marancia e Montagnola esperienze di valorizzazione culturale attraverso passeggiate performative itineranti per raccontare la città in
slow-motion. L’approccio di Dominio Pubblico è esattamente quello che serve per tornare ad innamorarsi delle periferie, per stimolare la cultura dal basso, contribuendo notevolmente a colmare il presunto gap culturale e al risveglio socio-economico di molte zone.
I quartieri attraversati non sono quelli che si trovano nelle cartoline di Roma almeno fino ad oggi.
Tiziano Panici ha chiesto a Giulia Anania di disegnare delle cartoline poetiche di San Paolo Veratti Tor Marancia e Montagnola quartieri che meritano di essere celebrati, per invitare gli abitanti a tornare i turisti dei nostri luoghi, perchè le nostre traiettorie sono un monumento alla vita. Chiunque nei giorni del festival può prendere gratuitamente le cartoline sentimentali; conservarle o spedirle per dire qualcosa di bello a qualcuno a cui teniamo o semplicemente per invitarlo a passeggiare con noi. Perchè è solo passeggiando insieme che torneremo ad innamorarci. Il Festival delle passeggiate è così la restituzione pubblica del Progetto che per tutto il mese di ottobre ha coinvolto il territorio nella scoperta, rivalutazione e riqualificazione del Municipio VIII.
A proposito di
iniziative di valorizzazione, un contributo fondamentale allo sviluppo culturale delle periferie di Roma è fornito dal progetto creativo “La Città Ideale” sotto la direzione di Fabio Morgan, che di stagione in stagione pone in essere attività sociali e artistiche nei quartieri di Torpignattara, Quarticciolo e Centocelle, in un processo orizzontale di trasformazione delle aree urbane in aree culturali dove trovano spazio le esperienze di arte condivisa, l’incontro intergenerazionale e un continuo scambio. Nella stagione autunnale di quest’anno, ad esempio, “La Citta Ideale” ha posto in essere il 21 ottobre l’iniziativa del “Muro Ideale”, un’opera d’arte pubblica condivisa di Kontra Moenia che si avvale dell’uso dell’intelligenza artificiale per generare dei poster da affissione a partire da ciò che è stato liberamente disegnato.
Un
altro esempio di valorizzazione del territorio delle periferie di Roma viene dall’iniziativa di “Le Città Possibili”, un festival multidisciplinare che volge il proprio sguardo al Municipio X, toccando le aree di Ostia, Acilia e Dragoncello. Nel 2023 è tornato con la sua seconda edizione, portando avanti il concetto di “invasioni artistiche” nel tentativo di sensibilizzare le periferie di Roma su diversi temi, dal femminismo all’ecosostenibilità, a partire dall’arte.
La
mission di questa edizione, infatti, non si risolve nella sola rappresentazione artistica, ma ricerca un’indagine più profonda che parte dall’arte per arrivare a discutere di temi socio-culturali di grande rilievo. Ne è un esempio concreto il triplo evento tutto al femminile dedicato alla letteratura alla Biblioteca Sandro Onofri di Acilia il 20 novembre (“Brutta” di Giulia Blasi, “A ciascuna il suo” di Chiara Becchimanzi ed “Extra Bold - una guida femminista inclusiva antirazzista non binaria per graphic designer” a cura di un collettivo di autrici internazionali) ma anche la produzione di 10 clip social che nel mese di novembre racconteranno l’altra Ostia, non quella criminale, degradata, con difficoltà socio-culturali, ma anche i luoghi d’eccellenza, la storia e il fermento culturale del posto. L’arte digitale e i social saranno quindi al servizio della storia e della cultura con “Viecce!”, un percorso audiovisivo volto a indagare il tema della cultura e della diseguaglianza, proposto per Città Possibili nel Foyer Teatro del Lido.
Questi sono alcuni degli esempi virtuosi che mirano a ribaltare il rapporto verticale esistente tra centro e periferia di Roma, pionieri di una rivoluzione culturale che guarda sempre di più alla diffusione dell’arte, della musica, del teatro e di tutte le istanze culturali in una logica orizzontale, all’insegna del coinvolgimento e della condivisione.