(Teleborsa) - Trattenere i talenti del Sud Italia ed attirare studenti da tutto il Mondo. È l’obiettivo che vede impegnata la città siciliana di Modica, che punta a formare tanti giovani del Mezzogiorno, ma anche stranieri, dagli Stati Uniti al Giappone, attraverso la filosofia dello "Slow Study". Si tratta di un progetto inaugurato da Icotea, istituto di formazione universitaria accreditato dal MIUR, che ha lo scopo di diventare il punto di riferimento degli studenti dell’intero bacino del Mediterraneo e, non solo, come dimostra il progetto di scambio “Marco Polo-Turandot” avviato con le università cinesi.
"
Tanti giovani siciliani meritano una formazione adeguata senza dover lasciare la propria casa. Vogliamo offrire al territorio giovani professionisti con alta formazione e internazionalizzare l’immagine della Sicilia portando tanti studenti stranieri a Modica", afferma
Tommaso Barone, fondatore di Icotea.
Icotea ha inaugurato un innovativo hub universitario di 7000 mq nel cuore verde di Modica (RG), città patrimonio Unesco e culla del Barocco.
La quarta sede, dopo Milano, Roma e Sassari, è un innovativo campus di ben 7000 mq che offre lauree, master, corsi di specializzazione e certificazioni linguistiche, proponendosi come punto di riferimento per l’istruzione in tutto il bacino del Mediterraneo. Una struttura polifunzionale unica nel suo genere, che vuole rappresentare un punto di crescita completa, aggiungendo alla formazione accademica attività sportive e culturali: alle 22 aule ed i 5 laboratori si aggiungono 2 palestre, una al chiuso e una all’aperto, 2 teatri e diverse aree espositive. Il campus dispone delle più moderne tecnologie multimediali e informatiche, integrate in modo armonico in un parco naturale di circa 15000 mq che non è stato modificato per far posto alla struttura. Un’Integrazione tra tecnologia e natura che risponde alla missione di sostenibilità ambientale di tenere basse le emissioni di CO2.
Perché la fuga dei talenti è un fenomeno in espansione?I fattori che concorrono alla fuga dei talenti sono diversi e riguardano più componenti della società. Primo fra tutti - spiega Tommaso Barone all’agenzia stampa Teleborsa - è la
mancanza di opportunità nel paese d’origine, a cui si sommano l’instabilità politica, le condizioni economiche sfavorevoli e le elevate tasse sul reddito. Inoltre, a contribuire alla fuga dei giovani cervelli è la
globalizzazione, poiché le persone sono più pronte a cercare lavoro in altri paesi e le grandi aziende sono interessate ai talenti indipendentemente dal luogo di provenienza. La mobilità dei giovani però non inizia soltanto nel momento della ricerca di un'occupazione, ma nella fase precedente, quella della formazione. Tanti studenti scelgono le università del Nord e del Centro Italia, per questo è necessario migliorare il livello dell’offerta formativa nel Sud Italia.
Icotea si è impegnata per invertire il trend di questo fenomeno. Cosa si aspetta dal nuovo polo formativo? Con l’inaugurazione del nuovo polo formativo di 7000 mq a Modica "
ci poniamo l’ambizioso obiettivo di diventare il punto di riferimento per la formazione non solo dell’Italia sud-orientale ma dell’intero bacino del Mediterraneo, trattenendo i talenti locali e attraendo quelli internazionali”, afferma il fondatore di Icotea. Offriamo un ambiente di apprendimento dinamico, che consentirà agli studenti di acquisire nuove conoscenze attraverso corsi di laurea, master, corsi di specializzazione e certificazione linguistiche. Tutti gli studenti potranno beneficiare inoltre di un supporto specializzato per monitorare il perfezionamento delle competenze e trovare opportunità di lavoro.
Cosa fare per attrarre nuovi talenti da tutto il mondo e rilanciare ed internazionalizzare il Sud Italia?Per attrarre nuovi talenti e rilanciare ed internazionalizzare la Sicilia è
necessario agire di sistema in modo da sviluppare un ambiente di studio e lavoro che sia attrattivo per i cittadini stranieri. Nell’Hub di Icotea – spiega Barone - non puntiamo soltanto ad aumentare la qualità della formazione accademica ma offriamo un’opportunità di crescita completa con attività sportive e culturali. Il tutto inserito in un contesto ricco di arte, storia e cultura all’insegna dello “Slow Study”, un approccio di vita più salubre e meno frenetico delle grandi metropoli.
I primi a provare questa tipologia di studio saranno gli studenti provenienti dalle università cinesi grazie al progetto di scambio “Marco Polo-Turandot”. Oltre alla formazione bisogna però agire anche per costruire un ambiente adeguato fatto di infrastrutture e buone opportunità di carriera, incoraggiando la creatività e l’innovazione. Serve - conclude Barone - una
visione d’insieme della strategia di internazionalizzazione che passa anche dal promuovere il Sud Italia come meta desiderabile, sottolineando i vantaggi che offre dal punto di vista della qualità della vita.