(Teleborsa) - C'è una tendenza che sta portando
fuori dagli Stati Uniti gli ingenti capitali dei ricchi americani, che si dirigono
verso destinazioni più sicure, come gli asset rifugio, in primis
l'oro, i più noti "paradisi" finanziari, come la
Svizzera, ed anche verso
l'Europa, dove l'aumento degli investimenti in difesa e infrastrutture sta creando numerose opportunità.
La Svizzera meta preferita dei ricchi statunitensiStando ad un articolo del Financial Times, i ricchi americani starebbero spostand
o milioni e milioni di dollari verso la Svizzera, un "paradiso" che mantiene il suo appeal nonostante l'abbattimento del muro del segreto bancario.
L'ultima volta che accadde una fuga in massa di questo genere fu durante la
crisi finanziaria. Poi, è accaduto con l'incursione della Russia in Ucraina.
Ora, presa l'effetto Trump e dazi.Un gestore patrimoniale coinvolto con clienti transfrontalieri - scrive il quotidiano finanziario - al momento sta aiutando una ricca famiglia statunitense a trasferire tra 5 milioni di dollari (4,4 milioni di franchi svizzeri) e 10 milioni di dollari in Svizzera.
La banca privata svizzera
Pictet con sede a Ginevra ha confermato di aver visto un
"aumento significativo" della domanda da parte di nuovi e vecchi clienti statunitensi presso la sua società svizzera Pictet North America Advisors, registrata presso la Securities Exchange Commission.
Solo effetto Trump?Secondo alcuni esperti, la
"fuga dei capitali" dagli USA sarebbe invece
spiegabile con un riposizionamento die portafogli su asset non USA, poiché negli ultimi anni il peso preponderante degli asset americani ha provocato uno sbilanciamento. Il
peso delle attività a stelle e strisce e, soprattutto nell'ultimo anno, delle Big tech, che hanno aggiornato ripetutamente i massimi storici, sono andati a scapito di altri asset (il peso delle azioni USA
nell'indice MSCI ha raggiunto il 54% contro il 17% del resto del mondo). Ed ora i gestori starebbero tentando di ribilanciare la situazione.
Una fuga che pesa su Wall Street e sul dollaroLa fuga di capitali all'estero, ovviamente, sta avendo implicazioni evidenti sul mercato e si traduce in un crollo del dollaro e del mercato americano. Il
recente crollo di Wall Street, è evidente, va spiegato con una maggiore
avversione al rischio degli investitori, provocato dalla guerra dei dazi avviata dal Presidente Donald Trump. Si stima che la paura di una
guerra commerciale, la scorsa settimana, abbia
fatto fuggire dal mercato USA almeno
34 miliardi di dollari, la cifra più alta al 1999.E così anche il
deprezzamento del dollaro, che ha perso terreno contro le principali valute e contro l'euro, risalito nell'ultimo periodo a 1,079 USD nonostante la politica più accomodante della BCE rispetto alla Fed.
Dove vanno i capitaliA parte la fuga in Svizzera, uno degli impieghi preferito dei capitali in fuga dagli USA sarebbe
l'oro, bene rifugio per eccellenza, i cui acquisti sono aumentati notevolmente negli ultimi due o tre anno. Il metallo ha così raggiunto nuovi
record storici oltre i 3.000 dollari l'oncia ed il rally non è neanche finito qui.
Altra destinazione promettente, in questa fase storica, sarebbe
l'Europa, in particolare
il settore della difesa e delle infrastrutture, salito molti nelle ultime settimane, sia in risposta al piano rearmEU dell'Unione Europa, che al piano di aumento della spesa annunciato dalla Germania.