(Teleborsa) - Secondo le stime dell'Ufficio parlamentare di bilancio, nel primo trimestre di quest'anno il
PIL italiano si sarebbe contratto di circa mezzo punto percentuale rispetto al trimestre precedente, con un intervallo di variazione molto ampio, tra meno 0,9% e meno 0,1%. Alla flessione nella manifattura farebbe riscontro un minore indebolimento dei servizi, sostenuti dall'allentamento delle restrizioni contro il Covid-19.
Lo scrive
l'Upb nella nota sulla congiuntura di aprile che analizza quali sono, a oggi, gli effetti del conflitto sullo scenario internazionale e su quello italiano e quanto ampie potrebbero essere le
conseguenze di un suo prolungamento."In marzo - si legge -
il primo mese successivo all'avvio delle ostilità militari in Ucraina le famiglie sono divenute più caute sugli acquisti di beni durevoli, come le auto, mentre i consumi elettrici e i flussi di trasporto di merci sono aumentati, indicando che l'impatto della guerra sul complesso delle attività produttive potrebbe manifestarsi con qualche ritardo; la diversa reazione iniziale di famiglie e imprese agli eventi bellici trova riscontro anche nel clima di fiducia che il mese scorso e' peggiorato sensibilmente per i consumatori e con minore intensità per le imprese" si legge nel documento.
Sulla scia delle tensioni nei mercati energetici e dell’incertezza legata al conflitto russo-ucraino, la dinamica dei prezzi si è andata via via rafforzando con riflessi su tutte le fasi della filiera di distribuzione; le imprese e le famiglie stanno rivedendo al rialzo anche le attese sull’inflazione, verso valori massimi storici.
Secondo una simulazione dell'UPB la guerra ha già sottratto al
Pil dell'Italia nel 2022 circa un
punto percentuale; se la durata della fase militare si estendesse temporalmente di un trimestre, il costo per l'attività economica del nostro Paese aumenterebbe di ulteriori 1,6 punti di
Pil nel complesso del biennio 2022-23".L'UpB rileva anche che "l'attacco russo all’Ucraina ha avuto un effetto dirompente
sull’economia globale, incidendo pesantemente sulle prospettive a breve e a medio termine. Dopo il forte rimbalzo dell'attività economica del 2021 - si legge -
"il nuovo anno si era aperto con l’indebolimento del ciclo economico internazionale, complice la veloce diffusione della variante Omicron del Covid. L’ottimismo, tornato in febbraio a seguito dell’inversione di tendenza della curva dei contagi, è stato gelato dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia che ha nuovamente cambiato il quadro, incidendo da subito sui costi delle materie prime e sulla fiducia di imprese e consumatori".