(Teleborsa) - Come si è evoluto lo
scenario macroeconomico globale nell'ultimo periodo? E quali
implicazioni avrà sulle
politiche della Fed e della BCE? Ce lo spiega l'economista
Andrea Ferretti nell'ultima
Ecopillola, procedendo come sempre punto per punto.
1 - L'inflazionePurtroppo ad aprile
l'inflazione ha rialzato la testa, ingarbugliando ulteriormente la matassa. A livello di Eurozona l'inflazione è salita al 7% contro il 6,9% di marzo ed
anche a livello italiano le stime preliminari dell'Istat evidenziano un rafforzamento dell'inflazione passata dal 7,6% di marzo all'8,3% di aprile. Nulla di eclatante - afferma Ferretti - ma momentaneamente il ciclo decrescente si è interrotto.
Ciò detto esistono perlomeno
tre attenuanti: 1) questa volta
l'aumento di inflazione ad aprile non è derivato dal carrello della spesa, ma essenzialmente
dai beni energetici, dunque potrebbe anche trattarsi di una fiammata momentanea, anche perché il livello degli stoccaggi di gas post-invernali è a livelli record in tutta Europa ed il prezzo del gas al momento è quello del luglio del 2021; 2)
l'inflazione core, ossia l'inflazione al netto delle fonti energetiche e dell'alimentare fresco,
è rimasta stabile ad aprile e questo è un dato molto importante cui la BCE guarda con grande attenzione; 3)
negli USA, l'inflazione ha proseguito il suo trend di moderato rallentamento anche ad aprile, scendendo al 4,9% e, anche questo, è un dato sicuramente positivo.
2 - La politica dei tassiA maggio la Fed ha effettuato il
decimo aumento consecutivo dei tassi ma per fortuna si è trattato di un
aumento soft dello 0,25%. Questa impostazione più tranquilla ha
consentito alla BCE di rallentare il passo e di aumentare i tassi a maggio limitatamente ad uno 0,25%. Tuttavia, per accontentare i falchi europei che volevano un aumento dei tassi dello 0,50%, la
Presidente Lagarde ha dovuto
sottolineare che la BCE non è in pausa e che si procederà sulla base dei nuovi dati economici.
Personalmente, a meno di brusche impennate dell'inflazione,
non mi aspetto che la Fed aumenti ulteriormente i tassi, almeno fino a settembre, anche perché l'economia USA dà alcuni segni di rallentamento e non è chiaro se il settore bancario stia covando qualcos'altro sotto la cenere. Per quanto riguarda invece la
BCE mi attenderei un
unico aumento entro l'estate di uno 0,25%, poi a
settembre sulla base dei nuovi dati economici e del comportamento della Fed non è possibile escludere un
ulteriore aumento, sempre dello 0,25%. Aumento che mi auguro caldamente sia l'ultimo, anche perché i dati del
primo trimestre del 2023 evidenziano che
l'Eurozona è cresciuta solo di uno 0,1%, che la Germania non è cresciuta e che l'Italia, nonostante un'ottima crescita dello 0,5%, favorita dal turismo, ha evidenziato a marzo un calo della produzione industriale di uno 0,6%.