(Teleborsa) - Il
debito delle aziende nel 2024 ha toccato un nuovo record in prossimità degli
8 trilioni di dollari, cifra superiore al precedente massimo raggiunto nel 2021, beneficiando della
forte domanda da parte degli investitori, che ha consentito ai rendimenti di scendere ancor prima dei tagli dei tassi operati dalle banche centrali. E' quanto riporta l'edizione del weekend del Financial Times sui dati elaborati dal London Stock Exchange.
Debito cresciuto di oltre un terzo Nel 2024, le emissioni di debito aziendale tramite bond ed altri collocamenti privati con leva finanziaria, hanno raggiunto un
valore di 7.930 miliardi ba livello globale, registrando un aumento di oltre un terzo rispetto ai livelli delle 2023 e segnando un
nuovo record dopo quello segnato nel 2021, secondo anno di pandemia.
I motivi dell'aumento delle emissioni L'aumento del debito - scrive il quotidiano finanziario - è da imputare alla
forte domanda da parte degli investitori, che ha fatto salire il prezzo delle obbligazioni societarie e, parallelamente, ha portato ad una
riduzione del rendimento delle stesse, che rappresenta un costo per le società emittenti. La riduzione del costo di rifinanziamento ha così spinto numerose società ad
accelerare o anticipare le emissioni, che hanno quindi toccato una cifra record.
Spread ai minimi da decenni Un trend che è iniziato
ancor prima che le banche centrali iniziassero a tagliare i tassi d'interesse (da ricordare che la Fed ha iniziato solo a settembre 2024 e la BCE poco tempo prima nel corso dell'estate). Il costo del finanziamento tramite bond per le grandi aziende è sceso quindi
al livello più basso da decenni, perlomeno rispetto al costo più elevato del debito pubblico.
Lo spread medio dei bond "investment grade" in USA
si è ridotto a soli 0,77 punti percentuali subito dopo le elezioni, attestamndosi al livello più basso dalla fine degli anni '90, poi ha recuperato un po' nel periodo immediatamente successivo, ma resta prossimo ai minimi degli ultimi 17 anni.
Effetto Trump e Federal ReserveAd innescare l'aumento delle emissioni societarie
hanno contribuito diversi fattori, determinati prima da un effetto cautelativo, poi dalla convenienza.
In un primo momento, il
costo più basso del finanziamento, rispetto a quello dei bond pubblici, ha persuaso molte compagnie ad accelerare le loro emissioni, anche per
evitare le turbolenze attese in concomitanza con le
elezioni Presidenziali, che hanno riportato alla casa Bianca l'ex Presidente Donald Trump.
In seguito,
è subentrato l'effetto Fed, che a settembre ha tagliato per la prima volta i tassi d'interesse di 50 punti base, innescando una ulteriore accelerazione delle emissioni societarie, a
condizioni sempre più convenienti, che hanno convinto molte società ad anticipare le operazioni pianificate per il 2025.