(Teleborsa) -
Chiude con un calo del 2,1% sul 2023, l’export della filiera legno-arredo ha chiuso il 2024 attestandosi a circa 19,4 miliardi di euro. Un anno che ha visto alternarsi mesi con performance molto negative a mesi con performance molto positive, fino a chiudersi con un dicembre sostanzialmente stabile.
Andamento che non ha consentito neanche di arrivare a un pareggio con il 2023. Il macrosistema arredamento
ha comunque contenuto meglio le perdite con un -1,8%, raggiungendo un valore di 14,4 miliardi di euro, a conferma del ruolo strategico dell’arredo per la tenuta dell’intero settore. È quanto emerge dai dati sull’export elaborati dal
Centro Studi di FederlegnoArredo su dati Istat.“Un pareggio con il 2023 che – dichiara il presidente di FederlegnoArredo, Claudio Feltrin (FOTO)– sarebbe stato un risultato straordinario, stante la situazione internazionale. Per un settore fortemente orientato all’export come il nostro, gli eventi geopolitici che hanno caratterizzato il 2024 e che, ahimè, proseguono nei primi mesi del ’25, hanno inevitabilmente avuto un impatto. Basta scendere nel dettaglio delle performance registrate
nei nostri principali mercati di sbocco per capire che quel -2,1% assume un valore positivo rispetto al contesto globale.Nella Top Ten delle destinazioni dell’export italiano
si registrano infatti forti flessioni soprattutto tra i Paesi Ue: la Francia con oltre 3 miliardi,
rimane il primo Paese, ma registra
-3,3%; mentre la Germania – prosegue Feltrin – al terzo posto, perde un consistente 6% sfiorando
i 2 miliardi di euro. Al di fuori dei confini europei, salta all’occhio il risultato degli Stati Uniti che si confermano al secondo posto (2,2 miliardi di euro) con un +1,5%, un mercato pertanto strategico che rischia però di essere messo in discussione dal pericolo dazi. A preoccupare è l’altro colosso,
la Cina, che dal 2013 ha continuato a crescere fino ad arrivare nel 2022 a valere 686 milioni di euro conquistando il settimo posto fra le destinazioni del nostro export.
Oggi, pur mantenendo la settima posizione, si ferma sotto il mezzo miliardo di euro e registra un
-13,2%”.Il Regno Unito - al quarto posto - perde il 6,4% con un valore di 1,2 miliardi di euro. A seguire la Spagna, pressoché stabile (+1%) a 0,8 miliardi di euro. Contributo positivo dagli Emirati Arabi Uniti che conquistano l’ottavo posto con un incremento di ben il 21,2%, ma con valori assoluti ancora contenuti (0,5 miliardi di euro).
A seguire il Belgio, sostanzialmente stabile (+0,7%) a 0,5 miliardi di euro. Chiude la Top Ten l’Austria che, come la Germania, registra un -6%."Fra i cinque Paesi in cui la filiera cresce maggiormente in valore assoluto – spiega Feltrin – al primo posto troviamo gli Emirati Arabi Uniticon un +21,2% e una crescita di 82,4 milioni di euro, seguiti dal Kirghizistan (che si ferma comunque al 38esimo posto con un valore di 80 milioni) e cresce di circa 46 milioni con un +139,5%.Terza per incremento l’Arabia Saudita (al 13esimo posto) con un +16,9% pari a 41,6 milioni di euro in più, a seguire la Corea del
Sud (21esimo posto) con un gap positivo di 34,4 milioni di euro e a chiudere gli Stati Uniti con un +1,5% pari a 31,9 milioni di euro in più". Tra i cinque Paesi che registrano i più alti decrementi nella filiera ne troviamo quattro presenti nella Top Ten: prima la Germania con -6% che perde 126 milioni di euro; seconda la Francia a -3,3%, che perde 104 milioni di euro; terzo il Regno Unito a -6,4% pari a un gap di 85 milioni di euro; quarta la Cina che, con il -13,2%, perde oltre 75 milioni di euro. Chiude la Top Five l’Egitto che, sceso alla 52esima posizione, registra una flessione di quasi 50 milioni di euro (-47,1%). (grafica riassuntiva)
L’export del macrosistema arredamento ha registrato un calo più contenuto rispetto
all’intera filiera, chiudendo il 2024 a 14,4 miliardi di euro (-1,8%).