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Osservatorio MutuiSupermarket.it, Mutui: il tasso variabile torna più conveniente del fisso

Euribor in calo, ma il costo del denaro potrebbe risalire nel 2026

Banche, Economia
Osservatorio MutuiSupermarket.it, Mutui: il tasso variabile torna più conveniente del fisso
(Teleborsa) - Dopo due anni esatti, l’indice Euribor a 3 mesi, il principale riferimento per i mutui a tasso variabile, è tornato a essere inferiore all’IRS a 20 anni, l’indice generalmente associato ai mutui a tasso fisso. L’Osservatorio MutuiSupermarket.it, piattaforma gestita da FairOne S.p.A., ha evidenziato questa svolta, che potrebbe modificare le tendenze del mercato dei mutui in Italia.

Tra marzo 2023 e febbraio 2025, l’Euribor è stato sistematicamente più alto dell’IRS, rendendo i mutui a tasso variabile meno convenienti rispetto a quelli a tasso fisso. Questa situazione anomala ha spinto la maggior parte dei mutuatari verso il tasso fisso.

L’inversione della tendenza potrebbe non durare a lungo. Secondo le previsioni, l’Euribor potrebbe toccare il minimo intorno a dicembre 2025, attestandosi al 2,10%, per poi risalire gradualmente fino al 2,80% nei prossimi cinque anni. A pesare sulle prospettive economiche sono fattori come l’aumento della spesa militare annunciato dalla Commissione Europea e il possibile inasprimento delle relazioni commerciali con gli Stati Uniti, che potrebbero far risalire l’inflazione e spingere la BCE a rivedere la propria politica monetaria già nel 2026.

Il recente taglio dei tassi da parte della BCE del 6 marzo ha portato a un calo dell’Euribor, ma contemporaneamente l’IRS è aumentato. Come sottolinea Stefano Rossini, Amministratore Delegato di MutuiSupermarket.it: "Il taglio di tassi da parte della BCE deciso lo scorso 6 marzo ha portato, come previsto, alla riduzione del costo del denaro a breve termine e quindi dell’Euribor 3 mesi, ma l’IRS ha registrato, invece, un forte aumento. Tale aumento è dovuto al fatto che l’IRS anticipa le previsioni sull’andamento del costo del denaro: siamo ormai vicini alla fine dei tagli da parte della BCE, che secondo molti osservatori non dovrebbero essere più di 2".

Nel mese di marzo 2025, la media dell’IRS a 20 anni si è attestata al 2,68%, in aumento rispetto al minimo del 2,24% registrato a dicembre 2024. L’Euribor a 3 mesi, invece, ha registrato una media del 2,51%, in leggera diminuzione. In termini pratici, ciò significa che per il mese di marzo i mutui a tasso fisso continuano a risultare più convenienti dei mutui a tasso variabile. Tuttavia, a partire da aprile, la situazione potrebbe invertirsi, con un nuovo vantaggio per i mutui variabili.

L’elevata volatilità dei tassi sta spingendo le banche a rivedere le proprie strategie di offerta. Credem, ad esempio, ha abbandonato il modello di pricing basato sull’IRS, optando per un tasso fisso garantito per chi avvia l’istruttoria del mutuo nel mese corrente.

Intanto, per favorire l’accesso ai mutui delle fasce più giovani, Intesa Sanpaolo ha lanciato una nuova offerta a tasso fisso con sconti tra i 30 e i 65 punti base per i richiedenti tra i 36 e i 45 anni. Banco BPM, invece, ha introdotto da gennaio uno sconto di 5 punti base per gli under 45.

Secondo le analisi di MutuiSupermarket.it, nel mese di marzo la quota di richieste di surroga è scesa al 38% rispetto al 40% di febbraio, mentre l’acquisto di immobili ha guadagnato terreno, arrivando al 58% delle richieste. La fascia di richiedenti tra i 36 e i 45 anni è in calo e rappresenta solo il 28% della domanda, mentre i più giovani, under 36, continuano a dominare il mercato, richiedendo nel 56% dei casi mutui superiori all’80% del valore dell’immobile.

Una simulazione condotta da MutuiSupermarket.it su un immobile a Milano del valore di 220 mila euro, con un finanziamento di 140 mila euro per 25 anni, mostra che la scelta tra tasso fisso e variabile resta delicata. Per un impiegato a tempo indeterminato di 34 anni con un reddito di 2.400 euro mensili, l’incertezza sui tassi futuri richiede un’attenta valutazione delle condizioni offerte dalle banche.
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