(Teleborsa) -
Nessun altra proroga ai dazi del 25% su Messico e Canada, che entreranno
in vigore da matedì prossimo 4 marzo 2025. Lo ha confermato in persona il
Presidente Donald Trump in un post sul suo social Truth, correggendo le affermazioni più recenti che sembravano spostare la data al mese di aprile.
"Le
droghe (Fentanyl) si stanno ancora riversando nel nostro paese dal Messico e dal Canada a livelli molto alti e inaccettabili. Questo flagello
continua a danneggiare gli Stati Uniti, e quindi, fino a quando non si fermerà, o non sarà seriamente limitato,
le TARIFFE previste per entrare
in vigore il 4 MARZO, lo saranno come previsto", ha precisato Trump in un post, correggendo le più recenti notizie di stampa che parlavano di un ulteriore slittamento ai primi di aprile.
"
Anche alla Cina verrà addebitata una tariffa aggiuntiva del 10% in quella data", ha chiarito il Presidente, segnalando che "rimarrà in vigore a tutti gli effetti" anche la data del
2 aprile per l'avvio del piano di "tariffe reciproche" ovvero l'imposizione di dazi generalizzati e proporzionati a quelli imposti da ciascun partner commerciale.
E anche l'Europa, verso la quale l'inquilino della Casa Bianca aveva annunciato
dazi del 25% sull'acciaio ed altri beni, per equiparare le imposte come l'IVA ed altre imposte ricorrenti sul commercio, ha assicurato che
non starà ferma e darà una risposta "ferma e proporzionata". Ma il commissario europeo agli Affari economici
Valdis Dombrovskis ha avvertito che, la guerra dei dazi "reciproci" scatenata da Trump avrà impatti pensati sull'economia globale e
provocherà una recessione globale, con un
PIL atteso in calo del 7%.
"Prevediamo che l’UE cercherà di fare concessioni su questioni commerciali sia tariffarie che non tariffarie per evitare la piena imposizione dei dazi annunciati", spiega
Lizzy Galbraith, economista politica di ABRDN, aggiungendo "una delle ipotesi chiave del nostro scenario di base è che i dazi permanenti sull’Unione Europea risultino inferiori rispetto a quanto dichiarato negli annunci iniziali", ma "permane un elevato grado di incertezza sulla strategia commerciale" USA e tutto dipenderà dalle "modalità di applicazione della politica tariffaria reciproca che sarà annunciata il 2 aprile 2025".
"Se gli Usa imporranno dazi del 25% su alcune o tutte le esportazioni dell'UE, l'impatto macroeconomico sull'Unione sarebbe significativo e disomogeneo", sottolinea
Felix Feather, economista di ABRDN, segnalando "le nostre precedenti analisi suggerivano che un dazio generalizzato del 10% avrebbe ridotto il PIL dell'Eurozona dello 0,3-0,9% rispetto a uno scenario ipotetico senza incertezze commerciali. Naturalmente un dazio generalizzato del 25% avrebbe un impatto più significativo". "L'impatto dei dazi si farebbe sentire in modo più acuto nelle economie più in difficoltà dell’Eurozona; in particolare, la Germania, che è molto esposta ai dazi su auto e macchinari. Per contro, le economie dell’Europa meridionale, più orientate ai servizi, risultano meglio protette".