(Teleborsa) - Con l'apertura della
Milano Fashion Week (dal 25 febbraio al 3 marzo 2025)
tornano i riflettori sui temi della sostenibilità del mondo della moda, in particolare sui
materiali impiegati, sempre più innovativi o ottenuti da materiali riciclati. I materiali costituiscono infatti il fulcro dell’industria della moda, poiché rappresentano
circa il 30% del costo del venduto e sono
responsabili di oltre il 90% delle emissioni complessive del settore. Ancora oggi, tuttavia, molti
marchi sembrano non essere ancora pronti a intraprende un percorso di transizione verso materiali più sostenibili.
Secondo un report di
Boston Consulting Group (BCG) e
Fashion for Good, titolato Scaling Next-Gen Materials in Fashion: An Executive Guide, i
materiali di nuova generazione (next-gen material), realizzati con biotecnologie avanzate e materiali riciclati o bio-based – come funghi, alghe, scarti agricoli e polimeri biodegradabili – hanno il potenziale per
coprire l’8% del mercato globale delle fibre entro il 2030, pari a 13 milioni di tonnellate, rispetto all’1% attuale.
"L’industria della moda ha
l’opportunità di ridefinire il proprio impatto ambientale e costruire un modello di crescita più sostenibile e competitivo. In un mercato in continua evoluzione, i
materiali di nuova generazione non sono solo una risposta alla pressione normativa e alle aspettative dei consumatori, ma un
motore di innovazione per il futuro del settore", spiega
Guia Ricci, Managing Director & Partner di BCG, aggiungendo che occorre "superare le barriere economiche e operative che ne limitano la diffusione" con "investimenti mirati, partnership strategiche e un impegno concreto lungo tutta la filiera".
L’adozione di materiali innovativi nell’industria della moda non è solo una risposta alle necessità ambientali, ma anche una
leva strategica per migliorare o rafforzare il posizionamento delle aziende del settore. Secondo BCG,
l’adozione su larga scala dei materiali di nuova generazione
potrebbe ridurre il costo del venduto fino al 4% nei prossimi cinque anni, consentendo di liberare risorse, ma anche di rendere la supply chain più resiliente, riducendo l'esposizione delle aziende del comparto a interruzioni della filiera e a fluttuazioni dei costi delle materie prime tradizionali.
Nonostante tutti i vantaggi, l’adozione su larga scala dei materiali di nuova generazione
è ancora ostacolata da barriere economiche, tecniche e operative. Per superarle, BCG e Fashion for Good individuano
tre leve fondamentali: rafforzare la domanda, ottimizzare la produzione e facilitare l’accesso ai capitali.
In questo contesto, strumenti come accordi di
fornitura a lungo termine e finanziamenti mirati possono garantire maggiore sicurezza alle aziende, riducendo l’incertezza legata all’integrazione di questi materiali nei processi produttivi. Inoltre, migliorare la scalabilità produttiva e investire in
tecnologie più efficienti è cruciale per ridurre i costi e rendere questi materiali più accessibili. Infine, per garantire un’adeguata disponibilità di capitali, appaiono indispensabili le
partnership strategiche tra brand, investitori e innovatori, per garantire gli investimenti necessari a scalare la produzione, ridurre i costi e rendere questi materiali competitivi rispetto alle alternative tradizionali.
La transizione verso la sostenibilità del settore della moda - evidenzia il report -
non solo ridurrà l’impronta ambientale del settore, ma offrirà alle aziende anche un’opportunità per
rafforzare il proprio posizionamento competitivo, consentendo di rispondere alle normative emergenti, intercettare la crescente domanda di sostenibilità da parte dei consumatori e distinguersi come leader nell’innovazione responsabile. Il tempo per agire è però limitato: con regolamentazioni sempre più stringenti e consumatori sempre più orientati verso scelte green, il settore deve muoversi rapidamente per
creare sinergie capaci di garantire un futuro più competitivo e attento all’impatto ambientale.