(Teleborsa) -
Intesa Sanpaolo ha chiuso il
2024 con un
utile netto in crescita del 12,2% a 8.666 milioni di euro, da 7.724 milioni del 2023. Il conto economico consolidato registra
interessi netti pari a 15.718 milioni di euro, in crescita del 6,9% rispetto ai 14.700 milioni del 2023, e
commissioni nette pari a 9.386 milioni di euro, in aumento del 9,4% rispetto ai 8.576 milioni del 2023.
L'utile netto del 2024 è pari a circa 9 miliardi di euro rettificandolo per le
componenti non ricorrenti e per le
azioni gestionali: oneri pari a circa 300 milioni dopo le imposte (circa 440 milioni ante imposte) interamente contabilizzati nel quarto trimestre 2024, a seguito dell'accordo sindacale firmato a ottobre 2024 che prevede, entro il 2027, 4.000 uscite volontarie e, entro il primo semestre 2028, 3.500 assunzioni di giovani, di cui 1.500 come Global Advisor per le attività commerciali nella rete in particolare nel Wealth Management & Protection; accantonamenti e rettifiche di valore pari a circa 390 milioni dopo le imposte (circa 450 milioni ante imposte) per favorire il de-risking e rafforzare lo stato patrimoniale; spese per il personale non ricorrenti pari a circa 200 milioni dopo le imposte (circa 290 milioni ante imposte) nel quarto trimestre 2024; beneficio pari a circa 500 milioni derivante dall'iscrizione di imposte differite attive nel quarto trimestre 2024.
Intesa evidenzia l'
elevata efficienza, con un cost/income al 42,7%, tra i migliori nell'ambito delle maggiori banche europee; costo del rischio a 30 centesimi di punto, a 26 escludendo le rettifiche di valore addizionali per favorire il de-risking, con un ammontare di overlay pari a 0,9 miliardi di euro. Sul fronte della qualità del credito, a fine dicembre 2024 l'incidenza dei crediti deteriorati sui crediti complessivi è pari all'1,2% al netto delle rettifiche di valore e al 2,3% al lordo. Considerando la metodologia adottata dall'EBA, l'incidenza dei crediti deteriorati è pari all' 1% al netto delle rettifiche di valore e al 2% al lordo. L'esposizione verso la Russia è in ulteriore riduzione, diminuita di circa l' 89% (oltre 3,2 miliardi di euro) rispetto a fine giugno 2022 e scesa allo 0,1% dei crediti a clientela complessivi del Gruppo, e i crediti cross-border verso la Russia sono in larga parte in bonis e classificati a Stage 2.
La
patrimonializzazione è molto solida, con coefficienti patrimoniali su livelli largamente superiori ai requisiti normativi. Al 31 dicembre 2024, deducendo dal capitale 3 miliardi di euro di acconto dividendi 2024 pagato a novembre 2024 e 3,1 miliardi di euro di saldo dividendi 2024 proposto, il Common Equity Tier 1 ratio è risultato pari al 13,9%, al 13,3% deducendo anche 2 miliardi di euro di buyback autorizzato dalla BCE, senza considerare circa 120 centesimi di punto di beneficio derivante dall'assorbimento delle imposte differite attive (DTA), di cui circa 20 nel 2025.
Intesa propone un
significativo ritorno cash per gli azionisti: proposta all'Assemblea di dividendi complessivi pari a 6,1 miliardi di euro (3 miliardi di acconto dividendi 2024 pagato a novembre 2024 e proposta di 3,1 miliardi di saldo dividendi 2024 da pagare a maggio 2025) e di un buyback pari a 2 miliardi di euro (autorizzato dalla BCE), da avviare a giugno 2025 a seguito dell'approvazione assembleare.
L'attuazione del Piano di Impresa 2022-2025 procede a pieno ritmo, con una
prospettiva di utile netto per il 2025 migliorata a ben oltre 9 miliardi di euro. Si prevede una forte distribuzione di valore: payout ratio cash pari al 70% dell'utile netto consolidato per ciascun anno del Piano di Impresa, con un aumento del dividendo per azione relativo al 2025 rispetto all'importo relativo al 2024; buyback pari a 2 miliardi di euro da avviare a giugno 2025 (autorizzato dalla BCE); ulteriore distribuzione per il 2025 da quantificare quando verranno approvati i risultati annuali.