(Teleborsa) - L’
efficienza, la riduzione dei costi e l’attenzione all’ambiente sono i motori principali di un mercato in espansione: quello dei
beni strumentali e macchinari usati, stimato tra
5 e 10 miliardi di euro in Italia, con una crescita annua tra il 5% e l’8%. Questo settore si colloca al centro dell’economia circolare, offrendo soluzioni che prolungano la vita dei beni, ottimizzano le risorse e riducono gli sprechi. Si rivolge sia alle piccole e medie imprese (Pmi), pilastro del sistema produttivo italiano, sia alle grandi aziende che adottano modelli sostenibili. Tra i settori maggiormente coinvolti figurano macchine utensili, automazione industriale, tecnologie mediche, energie rinnovabili e IT, secondo un’analisi di
WeAsset, società del Gruppo Domorental che promuove il noleggio operativo basato su rigenerazione e riutilizzo.
Il mercato beneficia di un contesto economico e normativo favorevole, con un valore stimato tra i 5 e i 10 miliardi di euro e tassi di crescita annui tra il 5% e l’8%. Nel 2024, solo
nei primi sei mesi, sono stati firmati oltre 53.000 contratti di noleggio operativo (+10% rispetto al 2023) per un valore di 770 milioni di euro (+13,4% secondo Assilea). Nonostante gli incentivi come i piani Transizione 4.0 e Sabatini riguardino solo beni nuovi, il noleggio di usati rappresenta un’opzione strategica per innovare le linee produttive a costi competitivi.
In Italia, i macchinari industriali hanno mediamente dai 12 ai 15 anni, con punte di oltre 20, compromettendo efficienza e sostenibilità. Anche nel campo dell’automazione e dell’ICT,
il 30% delle apparecchiature ha più di 10 anni, riducendo la competitività e aumentando i costi. Rigenerare questi impianti attraverso il refurbishing diventa essenziale per allungare il ciclo di vita dei beni, ridurre l’uso di materie prime e abbattere l’impatto ambientale. Le previsioni per il mercato globale dei dispositivi rigenerati indicano una crescita annua superiore all’11% anche nel 2025, confermando un trend positivo.
Il noleggio di beni usati contribuisce agli
obiettivi ESG delle imprese, rispondendo alla domanda di sostenibilità e promuovendo la gestione responsabile delle risorse.
WeAsset, grazie alla collaborazione con Upgreene, offre una certificazione Carbon Cancelling basata su Blockchain, che misura e compensa l’impronta di CO2 lungo l’intera filiera produttiva, in linea con gli standard europei (Direttiva UE 95/2014). Questa soluzione sostiene aziende e Pmi nel coniugare innovazione tecnologica e responsabilità ambientale, trasformando un’esigenza economica in una scelta strategica per il futuro.
"Abbiamo lavorato intensamente su questa idea - dichiara Claudio Mombelli, ceo di WeAsset e del Gruppo Domorental. - Il nostro obiettivo è offrire soluzioni flessibili e personalizzate, capaci di ridurre i costi aziendali fino al 40% rispetto all'acquisto di beni nuovi. Allo stesso tempo, puntiamo a promuovere la sostenibilità attraverso l’utilizzo di macchinari rigenerati e la certificazione Carbon Cancelling. Questo approccio, che integra principi di economia circolare, è in linea con la mission di Domorental, impegnata a favorire modelli di business che massimizzano l’uso delle risorse e un’economia basata sull’accesso ai beni e servizi, piuttosto che sulla proprietà. Vogliamo introdurre un cambiamento positivo, che si traduca in maggiore efficienza, minori sprechi e un futuro più sostenibile".
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