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WEF, cambiamenti radicali nel mercato del lavoro entro il 2030

Prevista una espansione della forza lavoro del 7% quale risuoltato della creazione di nuovi posti e riduzione/trasformazione di vecchie posizioni

Economia
WEF, cambiamenti radicali nel mercato del lavoro entro il 2030
(Teleborsa) - Il cambiamento tecnologico, la frammentazione e l’incertezza economica, i cambiamenti demografici e la transizione verde sono tra i principali fattori che trasformeranno il mercato del lavoro a livello globale da qui al 2030. E' quanto emerge dal report 2025 "The Future of jobs" del World Economic Forum, il risultato di sondaggio condotto su oltre 1.000 grandi datori di lavoro a livello mondiale, che rappresentano complessivamente più di 14 milioni di lavoratori in 22 cluster industriali e 55 economie. La ricerca di propone di esaminare come questi macrotrend incidano sull’occupazione e sulle competenze e quali strategie di trasformazione pensano di intraprendere i datori di lavoro nel periodo 2025-2030.

Dal report emerge che, nel periodo 2025-2030, la creazione/distruzione di posti di lavoro causata dalle trasformazioni strutturali in atto del mercato del lavoro riguarderanno il 22% dell'attuale forza lavoro. In particolare ci sarà una creazione di nuovi posti di lavoro pari al 14% del totale odierno (170 milioni di posti), parzialmente compensata dall'interruzione/spostamento di posti di lavoro per l’equivalente dell'8% della forza attuale (92 milioni di posizioni), che si tradurrà in una crescita netta del 7% dell’occupazione totale, pari a 78 milioni di posti di lavoro.

Fra i fattori che determineranno trasformazioni strutturali del mercato del lavoro si segnalano: la transizione digitale (per il 60% dei datori di lavoro), in particolare l’intelligenza artificiale (per l' 86%) e la robotica/automazione (per il 58%); l’aumento del costo della vita (per circa la metà dei datori di lavoro); la mitigazione del cambiamento climatico e transizione verde (per il 41% dei datori di lavoro) che comporta la richiesta di nuovi specialisti green; i cambiamenti demografici che implicano un aumento della domanda di competenze, la gestione dei talenti, la formazione e l'istruzione; la frammentazione geoeconomica e geopolitica che coinvolgerà il 34% delle imprese nei prossimi cinque anni (commercio, sussidi, investimenti, politiche industriali).

I lavoratori possono aspettarsi che due quinti (39%) delle competenze esistenti verranno trasformate o diventeranno obsolete nel periodo 2025-2030. Una percentuale sicuramente inferiore alle edizioni precedenti del 2023 (44%) e del 2020 (57%). Una evoluzione che potrebbe essere dovuta alla quota crescente di lavoratori (50%) che hanno completato un percorso di formazione, riqualificazione o misure di miglioramento delle competenze, rispetto al 41% nel edizione 2023 del rapporto.

Le lacune nelle competenze sono considerate il più grande ostacolo alla trasformazione aziendale dal 63% degli imprenditori nel periodo 2025-2030. Di conseguenza, l'85% dei datori di lavoro dà priorità al miglioramento delle competenze ed il 70% dei datori di lavoro prevede di assumere personale con nuove competenze.

L’indagine sul futuro dell’occupazione rileva anche l'adozione di iniziative in materia di diversità, equità e inclusione, con l’83% dei datori di lavoro che segnala che tali iniziative sono già in atto, rispetto al 67% rilevato nel 2023. Entro il 2030, poco più della metà dei datori di lavoro (52%) anticipano di destinare una quota maggiore delle loro entrate ai salari e solo l’8% si aspetta che questa quota sia in declino.
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