(Teleborsa) - Sull’UNESCO Courier, nell’ottobre 2024 è apparsa una interessante inchiesta dal titolo "
Reinventare i musei" sui nuovi trend in ambito museale. La situazione in mezzo secolo è radicalmente cambiata, complice senza alcun dubbio la tecnologia: basti pensare, infatti, che il numero di musei nel mondo è cresciuto esponenzialmente, passando
da 22.000 nel 1975 a quasi 100.000 nel 2023. L’UNESCO attribuisce questo aumento non solo alla
democratizzazione della cultura, ma anche all'adozione di tecnologie digitali e al profondo
ripensamento dell’approccio curatoriale.
La parola
'trasformazione' è anche alla base della mostra
The Large Glass curata dall’artista americano Alex Da Corte (Philadelphia,1980) che ha aperto
al MAXXI il 13 dicembre scorso inaugurando una nuova prospettiva nel programma espositivo del Museo delle Arti del XXI secolo di Roma, volta al
coinvolgimento di artisti e intellettuali per reinterpretare radicalmente le collezioni presenti. Il visitatore di The Large Glass viene trascinato in una riflessione profonda sulle
dinamiche del cambiamento e della trasformazione attraverso una selezione accurata di opere del patrimonio museale del MAXXI. Installazioni, fotografie e creazioni architettoniche convivono in un percorso dove le opere di grandi maestri dialogano armoniosamente con quelle di giovani autori emergenti perché ne scaturisca un racconto corale arricchito dalle prospettive personali e concettuali di ciascun artista.
Alex Da Corte, figura di rilievo internazionale per il suo linguaggio espressivo multidisciplinare, ha costruito un itinerario che abbatte le barriere tra le diverse forme d’arte, e spaziando tra il tangibile e l'intangibile, la narrazione curata invita il pubblico a intraprendere un viaggio esplorativo tra i movimenti cosmici, abbracciando le dimensioni del tempo e dello spazio, a partire dall’enigmatica fotografia
"Modena" di Luigi Ghirri, scattata nel 1978, che rappresenta una marea lenta e contemplativa. Oltre a Ghirri, spiccano nel percorso espositivo nomi di artisti di fama internazionale, con opere selezionate per la loro capacità di r
accontare storie universali attraverso le loro personali prospettive.Emanuela Bruni, "reggente" della Fondazione MAXXI, ha commentato:
"Con The Large Glass, il MAXXI ribadisce la propria vocazione a essere un luogo di sperimentazione e dialogo, nella scelta di affidare la curatela a un artista per ridefinire continuamente il significato e il ruolo della collezione. Questa mostra testimonia l’impegno del museo nel connettere il patrimonio storico con le sfide del contemporaneo, rafforzando il legame tra arte, istituzione e pubblico in un punto d’incontro tra conservazione e innovazione".
Si è aggiunto
Francesco Stocchi, direttore artistico della Fondazione MAXXI, sottolineando quanto sia importante il coinvolgimento diretto di un artista nella curatela:
"Gli artisti e le opere vengono messi in dialogo con l’obiettivo di approfondire l’interazione multidisciplinare, lo studio di periodi e linee tematiche della collezione del MAXXI".
Monia Trombetta, direttrice ad interim di MAXXI Arte, ha inoltre evidenziato:
"Il progetto si interroga sul significato della creazione contemporanea e sul ruolo dell’istituzione nella sua missione di valorizzazione della stessa e si interroga sulle modalità espositive con l’obiettivo di presentare nuove forme di coinvolgimento e di presentazione. E' un racconto autoriale che restituisce letture inedite di opere più volte presentate, ora portatrici di nuovi messaggi e connessioni tra loro e l’architettura".The Large Glass rappresenta al meglio l’intento del MAXXI di far parte del
processo di cambiamento a tutti i livelli, in primis culturale, con un approccio olistico: la mostra, infatti, è accompagnata da un
ciclo di lezioni divulgative e autoriali dedicate ai grandi maestri della contemporaneità che hanno fatto del colore il centro della loro ricerca.
(Foto: foto Vincenzo Labellarte )