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Manovra, AIGA: "no a norma che lega l’accesso alla giustizia a pagamento contributo unificato"

Economia
Manovra, AIGA: "no a norma che lega l’accesso alla giustizia a pagamento contributo unificato"
(Teleborsa) - "L’Associazione Italiana Giovani Avvocati esprime ferma contrarietà all’introduzione di una nuova norma che prevede l’estinzione del processo in caso di mancato o parziale pagamento del contributo unificato. Ci sembra l’ennesimo tentativo di subordinare l’amministrazione della giustizia a un semplice adempimento fiscale". Lo afferma Carlo Foglieni, presidente nazionale AIGA.

"Pur rendendoci disponibili a offrire un costruttivo contributo in tutte le sedi istituzionali, riteniamo che la razionalizzazione dei costi della Giustizia non possa in alcun modo costituire un ostacolo all’accesso alla Giustizia per il cittadino", sottolinea Foglieni. "Pertanto, chiediamo che venga ritirata la proposta di modifica al DPR 115/2002 contenuta nell’art. 105 della Legge di Bilancio 2025, con l’introduzione del nuovo comma “3.1” all’art. 14, che provocherebbe un vero e proprio divieto di iscrizione a ruolo del giudizio in caso di mancato o minore pagamento del contributo unificato".

Il presidente AIGA rimarca: "Così come formulata, la previsione normativa mostra di avere quale unica finalità la mera riscossione fiscale, senza porre la dovuta e necessaria attenzione alle conseguenze che la mancata iscrizione a ruolo di un giudizio produrrebbe sul piano degli effetti sostanziali e processuali della domanda giudiziale; effetti che si riverberano direttamente nella sfera giuridica del cittadino".

“L’approvazione in via definitiva di una simile previsione comporterebbe, inoltre, lo svilimento della funzione propria del mandato difensivo, che certamente non è quella di assumere la responsabilità dell’adempimento di oneri fiscali, colpendo l’intera classe forense che, di fronte alla domanda di Giustizia si ritroverebbe “moralmente obbligata” ad anticipare gli oneri fiscali per conto dei propri assistiti", spiega Foglieni.

Il dibattito sull’emendamento originariamente formulato dal Governo si era acceso sole poche settimane fa: "Ma oggi, a poca distanza dall’apparente positiva conclusione, si apprende di questo tentativo di inserire una nuova e più grave sanzione a carico degli utenti del sistema giustizia, che va contro ogni logica di collaborazione".
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