(Teleborsa) - Nel momento di maggiore crescita in Italia per
Revolut, fintech britannica con oltre 50 milioni di clienti in tutto il mondo e che sta per raggiungere quota 3 milioni nel nostro paese, arriva il
lancio della succursale italiana di Revolut Bank UAB e dell'IBAN italiano, ovvero un IBAN che inizia con IT e non più con LT per l'utilizzo della licenza bancaria in Lituania. E i vertici della società sono convinti che questo passaggio sarà
un volano di crescita in Italia, perché i clienti saranno più portati a considerare Revolut il loro conto primario (finora c'erano frizioni nell'accredito dello stipendio o nell'addebito delle bollette su un IBAN estero, benché la normativa lo permetta) e a consigliarlo ai conoscenti, con il passaparola che è il vero motore nella crescita dei clienti.
"Il lancio dell'IBAN italiano innescherà un circolo virtuoso - racconta a Teleborsa
Ignacio Zunzunegui, Head of Growth Sud Europa di Revolut - Se attraiamo più clienti diventa più facile influenzare la roadmap di prodotto e quindi chiedere che un prodotto venga reso disponibile in Italia prima che in un altro paese. Ma a quel punto l'offerta di prodotto aumenta e diventa ancora più facile attirare nuovi clienti. La ragione per cui prevediamo un'accelerazione è che
il 70% della nostra crescita viene dal passaparola, dal fatto che le persone ne parlano con gli amici, e se uno comincia a crescere più velocemente ci sono più persone che parlano di te. È quello che chiamiamo un effetto palla di neve".
La filiale italiana di Revolut Bank UAB è operativa dal 18 novembre, con un periodo iniziale di test, ora concluso. Da questa settimana, tutti i nuovi clienti Revolut che apriranno un conto corrente in Italia riceveranno un IBAN italiano, mentre l'azienda offrirà ai clienti esistenti la
possibilità di migrare a un IBAN italiano da gennaio 2025.
"Adesso in Italia c'è un
team strutturato di quasi 30 persone, che ha accompagnato questo passaggio cruciale - spiega
Nicola Vicino, recentemente nominato General Manager della succursale italiana - Abbiamo tutti responsabili della banca tradizionale, quindi compliance, antiriciclaggio, legale e operations, comunque all'interno di un contesto dove il modello operativo di Revolut prevede la collaborazione con gli headquarter in Lituania e Inghilterra, quindi a differenza di una banca tradizionale non abbiamo tutto il personale che lavora per l'Italia necessariamente basato qui. È comunque il primo step per poterci considerare veramente una banca locale".
Tutti i conti saranno gestiti dalla filiale italiana di Revolut Bank UAB e supervisionati dall'autorità di regolamentazione locale (Banca d'Italia) e dalla BCE. I depositi dei clienti continueranno però a essere coperti fino a 100.000 euro dal
Fondo di garanzia dei depositi della Banca di Lituania e non c'è alcun piano per passare al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD) italiano, fatto che potrebbe preoccupare alcuni clienti. Il fondo di tutela del Paese baltico ha infatti una
copertura complessiva di soli 300 milioni di euro a fronte di una dotazione finanziaria del FITD ci circa 6 miliardi di euro (oltre ad un finanziamento di back up di 3,5 miliardi di euro). Da Revolut fanno comunque notare che la percentuale è la stessa: il fondo della Lituania ha raggiunto l'obiettivo dello 0,8% dei depositi assicurati (ed entro luglio 2038 il livello obiettivo nazionale sarà aumentato al 2% dei depositi assicurati totali) e l'Italia, con il suoi 6 miliardi, rispetta lo stesso rapporto consistente nello 0,8% dei depositi bancari totali, che ammontano a oltre 1,100 miliardi.
"C'è anche da considerare che Revolut è una banca estremamente solida, con un
coefficiente CET1 che era del 29,5% a settembre 2024, superiore a quello di molte delle principali banche italiane - evidenzia Vicino - Ed è solida perché, a differenza del modello bancario tradizionale, ha una base di costi significativamente inferiore e una
base di ricavi più eterogenea, che permette di essere meno dipendenti dai tassi di interesse". Un dato importante in questo senso è che la parte più concentrata, il reddito da interessi, non supera il 28% dei ricavi. "Abbiamo una parte dei nostri ricavi che ovviamente è legata ai depositi dei correntisti - dice il manager - Ma abbiamo una parte legata ai piani di subscription (cioè quelli a pagamento che spesso nelle banche tradizionali non esistono), una forte componente di ricavi legata ai pagamenti in valuta (che è il motivo per cui Revolut è nata nove anni fa), tutto un ecosistema di ricavi addizionali come l'accesso alle lounge aeroportuali o le SIM virtuali che stiamo provando a lanciare anche in Italia".
Queste caratteristiche rendono Revolut pronta anche ad affrontare il futuro, contraddistinto da un costo del denaro in discesa rispetto ai livelli che hanno gonfiato i bilanci delle banche negli ultimi due anni. "Abbiamo una dipendenza da tassi inferiore alle banche più tradizionali, che invece in una situazione di tassi che calano devono aumentare le commissioni per compensare questo - dice Zunzunegui - Noi non abbiamo questo problema, perché siamo su un significativo percorso di crescita, con i depositi che aumentano continuamente. Inoltre, siamo molto diversificati e
negli ultimi tre mesi la parte di wealth e investimenti - tra azioni, ETF, Treasury, crypto e robo-advisor - è
cresciuta tantissimo".
L'azienda ha annunciato il traguardo di 2 milioni di clienti in Italia lo scorso giugno e stima di raggiungere i
3 milioni nei primi mesi del 2025, con 4 milioni come obiettivo di fine anno (dal 2017 al 2022 il primo milione, a giugno 2024 i due milioni, ora serviranno soli sette mesi per il prossimo milione). Quest'anno, gli italiani hanno effettuato 300 milioni di transazioni utilizzando Revolut, con un aumento dell'86% rispetto al 2023. "La pipeline di sviluppo di prodotto è partita con i prestiti personali nella scorsa estate, adesso c'è l'IBAN italiano e poi lanceremo i conti di risparmio remunerati nella prima metà del prossimo anno - afferma Vicino - Stiamo già
lavorando per offrire degli altri prodotti di credito come le carte di credito, su cui non abbiamo ancora una timeline precisa ma comunque prevediamo che arriveranno nel 2025".
Guardando a quanto successo in Spagna, dove il conto risparmio è stato lanciato prima che in Italia, le attese su questo prodotto sono molto positive. "Lo abbiamo lanciato ad agosto di quest'anno in Spagna e in soli tre mesi abbiamo raggiunto più di 1 miliardo di depositi - racconta Zunzunegui - Quindi abbiamo visto c'è veramente molto interesse da parte dei clienti per questo tipo di prodotto, anche perché vediamo che nel settore i tassi più interessanti non sono sempre offerti da altre banche. Faremo come al solito un prodotto diverso a quello che offre la concorrenza, ad esempio stiamo
offrendo gli interessi pagati giornalmente e non a fine mese, e l'obiettivo è essere
molto competitivi per quanto riguarda il pricing, anche se non abbiamo preso scelte precise su questo ancora. In ogni caso, non saranno conti vincolati, che è uno dei motivi per cui in Spagna hanno avuto così successo".
I conti risparmio sono solo l'ultimo esempio di "un processo di evoluzione dell'offerta di prodotto che è partito dalla carta e che adesso si sta strutturando sempre di più - dice Vicino - Oggi Revolut è una vera e propria banca e
all'interno dell'app c'è un ecosistema di servizi che da una parte strizza l'occhio ai giovani, perché ad esempio hai punti che solitamente erano più una prerogativa di Amex o delle compagnie aeree, e dall'altra hai i prodotti più tradizionali come il conto di risparmio che ora la possibilità di fare investimenti".
Quando viene loro chiesto se questa abbondanza di offerta, ma con servizi tutto sommato basic, non sia inadatta a un cliente più evoluto, i manager di Revolut affermano che è una cosa su cui stanno lavorando, come testimoniato dalla fase di test in tre paesi di
Revolut Invest ("le prime impressioni sono positive", dice il manager spagnolo) o dal lancio di
Revolut X per la compravendita di criptovalute.
"Revolut è un punto di entrata per capire quali sono le possibilità e dopo iniziamo a creare un ecosistema un po' più sofisticato per quei profili che vogliono di più - dice Vicino - Ma non dobbiamo dimenticarci che la banca è stata fondata 9 anni fa e che ha raggiunto 50 milioni di clienti. Ci sono ancora tantissime aree di miglioramento, non solo legate al numero di clienti ma anche all'offerta prodotto". "La nostra forza e la nostra differenza in confronto al sistema bancario tradizionale è comunque la velocità con cui facciamo le cose e innoviamo - gli fa eco Zunzunegui - Con questa velocità
pensiamo di poter arrivare a competere con le principali banche ed essere una delle top 3-5 banche più importanti di ogni mercato dove siamo in Europa".