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La disparità di genere è una realtà anche fra i professionisti della consulenza finanziaria

E' quanto emerge da una ricerca commissionata da Anasf e J.P. Morgan Asset Management e realizzata dall'Università Bocconi

Finanza
La disparità di genere è una realtà anche fra i professionisti della consulenza finanziaria
(Teleborsa) - Sono soprattutto gli uomini che portano a casa un reddito di fascia medio-alta, mentre per quel che riguarda a cura della casa e della famiglia, il compito è riservato alle donne, che non esitano ad usufruire dei congedi parentali prevosti dalla normativa. Un dato di fatto che vale sempre ed in ogni settore, compreso quello dei professionisti della consulenza finanziaria.

E' quanto emerge dalla ricerca "Consulenza finanziaria, genere e pari opportunità", realizzata da Letizia Mencarini, professoressa ordinaria di demografia dell’Università Bocconi, e Paola Profeta, prorettrice all’Università Bocconi e professoressa ordinaria di scienza delle finanze, cofinanziata da Anasf e J.P. Morgan Asset Management. Lo studio, condotto su un campione di 830 consulenti finanziari - 585 uomini e 245 donne - ha voluto mettere in luce gli ostacoli demografici, familiari e lavorativi, le motivazioni e le attitudini che portano le donne ad essere ancora sottorappresentate nella categoria professionale dei consulenti finanziari.

"Per J.P. Morgan A.M. la parità di genere nel mondo finanziario è una priorità strategica ormai da anni. Su un tema così importante è necessario continuare a fare rumore e analizzare le evidenze dal punto di vista accademico, che è un supporto indispensabile", ha affermato Andrea Aurilia, Country Head per l’Italia di J.P. Morgan A.M., aggiungendo "con Anasf abbiamo una relazione storica, e dallo scorso anno – in occasione del decennale della collaborazione dedicata alla formazione dei neo-consulenti finanziari – abbiamo deciso di dare un supporto concreto alle giovani professioniste destinando la Borsa di studio intitolata ad Aldo Vittorio Varenna esclusivamente a loro".

"Noi crediamo moltissimo nel valore dello stare insieme, nel mettere insieme le skill femminili e maschili, questo per noi è fondamentale", ha spiegato Alma Foti, Vicepresidente di Anasf, aggiungendo che quello delle pari opportunità è "un argomento molto importante, che non si deve limitare soltanto ad aumentare il numero di donne", ma occorre "portare le donne a una maggiore
consapevolezza delle loro capacità, del loro talento". "Siamo una una società che è abbastanza carente in termini di educazione
finanziaria, soprattutto lato femminile - ha sottolineato Foti - e crediamo che la vera autonomia si raggiunga con una consapevolezza economica".


"Il tema di genere è un tema trattato su larga scala in questo periodo. Noi, come associazione, abbiamo evidenziato l'importanza di mettere al centro dell'attenzione dei piani associativi questo argomento, strututrando la commissione Il Valore delle Pari Opportunità", ha commentato Luigi Conte, Presidente Anasf, aggiungendo "questa ricerca evidenzia come si possa rappresentare in maniera chiara un tema considerando fatti concreti e non soltanto aspetti teorici". Conte ha voluto ricordato anche l'evento Consulenza sostantivo femminile, mettendo evidenza come "sia utile raccontare la distintività di genere come valore, non come un limite, che mette al centro l'idea di alterità, anziché la diversità, perché essere altro significa essere complementari, rappresentare in maniera chiara punti di vista e prospettive che debbono confrontarsi tra di loro".

La ricerca evidenzia che esiste una netta differenza tra uomini e donne, in termini di distribuzione tra fasce di reddito: il breadwinner della propria famiglia è molto spesso un uomo (l’87,1% degli uomini contro il 46,9% delle donne). Un’ulteriore disparità all’interno del nucleo familiare si evidenzia in relazione al congedo parentale: il 90% circa dei professionisti non ha usufruito di alcun congedo per la nascita dell’ultimo figlio, mentre lo ha richiesto il 50% circa delle professioniste. A proposito della conciliazione vita-lavoro, è emerso che le donne hanno una maggiore difficoltà a concentrarsi sulle attività che riguardano la propria occupazione a causa delle responsabilità familiari di cui si fanno carico. A livello di soddisfazione personale e professionale, gli uomini sono mediamente più soddisfatti della propria vita (una valutazione di 8.1 per il genere maschile rispetto a 7.9 del genere femminile su una scala da 1 a 10) e sono più realizzati professionalmente (un punteggio medio maschile di 8.1 rispetto a quello femminile di 7.7). Per le donne, la soddisfazione lavorativa che quella della vita personale diminuiscono con l’aumento della stanchezza e dei conflitti tra lavoro e vita privata, ma aumentano al crescere del reddito personale.

L’indagine ha analizzato inoltre le prospettive medie, per i prossimi tre anni, in relazione alle aspirazioni di vita personale e lavorativa del campione, evidenziando come sia gli uomini che le donne ritengano mediamente probabile una progressione della carriera – in misura maggiore laddove non siano presenti figli nel nucleo familiare – mentre entrambi i generi credono sia poco probabile cambiare lavoro e avere dei figli. Per quanto riguarda l’aspettativa di cambiare lavoro non emergono significative differenze né di genere né tra i gruppi, con e senza figli.

Susanna Cerini e Alma Foti, co-responsabili della Commissione Il Valore delle Pari Opportunità dell’XI legislatura dell’Associazione, hanno ripercorso le tappe e i traguardi che hanno portato all’elaborazione dell’indagine, a partire dal primo webinar Anasf dedicato all’empowerment femminile fino alla fondazione del marchio "Consulenza, sostantivo femminile" attraverso i diversi incontri sul territorio dedicati alla parità di genere nel mondo finanziario.
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