(Teleborsa) - Nell’ambito del
20° Rapporto Annuale di Federculture, presentato nel luglio 2024 durante l’Assemblea Generale, emergono dati significativi sullo
stato di salute del settore culturale italiano e, in particolare, sul teatro, che si conferma uno dei
pilastri della ripresa culturale post-pandemia.Il 2023 ha segnato effettivamente una svolta per il teatro in Italia, registrando un aumento significativo della partecipazione. I dati rivelano
un incremento del 63% rispetto al 2022, superando in molti casi i livelli pre-pandemici: crescita questa che non solo rappresenta il ritorno del pubblico alle sale teatrali, ma anche un
rinnovato interesse per il teatro come forma d’arte e intrattenimento culturale. Inoltre la spesa in attività culturali fuori casa, che include ovviamente il teatro, è aumentata mediamente del 10% rispetto all’anno precedente. I teatri tornano così ad essere
punti di riferimento per il tempo libero degli italiani, con un incremento della partecipazione che sfiora il raddoppio in alcune regioni. Nonostante permangano i divari regionali, il teatro si afferma come
uno dei settori più resilienti e trainanti nel panorama culturale nazionale.
Da considerare come cruciale anche un altro aspetto: il recupero della domanda si riflette positivamente sull’occupazione: il numero di addetti nelle professioni culturali, inclusi quelli legati al teatro, è tornato addirittura ai livelli del 2019; le fondazioni teatrali si rivelano importantissime per questa ripresa, soprattutto perché rappresentano
modelli di gestione improntati all’innovazione. Un esempio su Roma è la
Fondazione Roma Tre del Teatro Palladium che con il format
Audience Revolution si conferma all’avanguardia nell’offerta culturale capitolina attuale: realizzato con il contributo
MiC - Direzione Generale Spettacolo dal Vivo e con la direzione artistica di
Alessandra De Luca, Audience Revolution propone anche per la quarta edizione il suo caratterizzante teatro-forum, concepito per favorire un dialogo aperto e profondo tra il pubblico, le opere teatrali, gli artisti e i giovani studenti e studentesse.
Con
1 prima assoluta e 3 prime regionali, tra grandi nomi del teatro contemporaneo e premi UBU, compagnie italiane e internazionali,
dal 26 ottobre al 13 dicembre con Audience Revolution, si vuole accendere il dibattito e stimolare l’immaginazione, culminando in esperienze di incontro e confronto tra artisti e pubblico. Il primo spettacolo, in scena il 26 ottobre, è
Il fuoco era la cura, per la prima volta a Roma, realizzato dal collettivo Premio UBU
Sotterraneo con la regia di Sara Bonaventura, Claudio Cirri e Daniele Villa e interpretato da Flavia Comi, Davide Fasano, Fabio Mascagni, Radu Murarasu e Cristiana Tramparulo. Il secondo spettacolo di Audience Revolution è
Anima chamuscada (per una vita in più) di Fernanda Docampo, Ariel Divone, Lorenzo Basurto. La produzione franco-argentina, in prima assoluta, andrà in scena il 16 novembre e racconta l’immersione nell'universo poetico, narrativo e biografico della scrittrice peronista argentina Aurora Venturini. Il
24 novembre è la volta della prima regionale di
Odradek di Menoventi, una fiaba contemporanea ispirata dai moniti di Gunthers Anders e dai capricci di Franz Kafka, da un'idea di Consuelo Battiston (che è anche protagonista) e Gianni Farina, che ne cura la regia. Il 13 dicembre Audience Revolution chiude con un’altra prima regionale: l'atteso
Re Lear è morto a Mosca, di Cèsar Brie: la vera storia, ormai dimenticata, di Solomon Michoels e Venjamin Zuskin, colpevoli di aver immaginato un teatro d'arte fatto di canti, danze, poesie e colori in lingua yiddish nell'Unione Sovietica di Stalin.
Parallelamente agli spettacoli, al fine di
rivoluzionare il rapporto fra pubblico e teatro e accendere un faro sulle giovani generazioni, vengono offerti
incontri laboratoriali gratuiti di critica teatrale condotti da
Antonio Audino, redattore del Sole24Ore e curatore degli spazi teatrali di Rai Radio3, e una serie di
incontri pubblici con le compagnie ospiti, condotti dagli studenti e dalle studentesse partecipanti al laboratorio, che si svolgono dopo la fine di ogni appuntamento performativo.
Audino ha commentato a proposito: “Abbiamo intitolato questo progetto
Audience Revolution perché vogliamo realizzare una piccola rivoluzione nell’ascolto: consumiamo tutto troppo rapidamente, ma crediamo che lo spettacolo abbia bisogno di un altro tempo e offra un’occasione di riflessione. Gli studenti universitari si riuniscono prima dello spettacolo approfondendone i temi, poi elaborano una scheda da dare al pubblico con i risultati della ricerca condotta dai ragazzi, che viene distribuita agli spettatori e al termine ha luogo un dibattito con gli stessi studenti, le compagnie e il pubblico”. Audino ha concluso: “Ci consentiamo un pensiero più approfondito intorno ad un evento culturale come lo spettacolo teatrale”.