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La cultura come bene di lusso: aumentano i costi, ma calano i consumatori

Economia
La cultura come bene di lusso: aumentano i costi, ma calano i consumatori
(Teleborsa) - L'Osservatorio Impresa Cultura Italia-Confcommercio ha recentemente presentato un'analisi dettagliata sul consumo culturale in Italia, evidenziando un fenomeno paradossale: nonostante la diminuzione del numero complessivo di consumatori, la spesa media per la cultura continua a crescere. I dati mostrano che la cultura sta diventando un bene sempre più elitario, riservato a chi ha le risorse economiche per permettersi di partecipare, mentre aumenta il divario tra coloro che possono spendere e coloro che, invece, ne sono esclusi.

Secondo Carlo Fontana, Presidente di Impresa Cultura Italia-Confcommercio, è fondamentale agire con misure concrete per rendere la cultura più accessibile. "Il nostro Osservatorio evidenzia come sia urgente promuovere politiche che incentivino l’accesso alla cultura, come l'introduzione di una detrazione fiscale per le spese culturali. Questa misura non solo incoraggerebbe una maggiore partecipazione, restituendo una parte dei costi sostenuti, ma permetterebbe di recuperare una platea di consumatori con minori capacità di spesa. Questo rafforzerebbe l’intera filiera culturale e creativa, sostenendo lo sviluppo economico e sociale delle comunità", ha affermato Fontana.

I dati dell'Osservatorio mostrano anche una significativa disparità geografica tra Nord e Sud Italia, con il Meridione che soffre maggiormente per la mancanza di offerta culturale e dove le possibilità di accesso sono ridotte. Questo divario risulta particolarmente evidente nei dati sulla spesa per la cultura, che sono decisamente inferiori nel Sud rispetto al Nord. Fontana ha sottolineato che "per colmare questa forbice, è necessario che l’offerta culturale venga percepita come di valore e su misura, rispondendo agli interessi delle diverse generazioni e regioni."

Nel 2024 si è osservato un ulteriore aumento della spesa media per le attività culturali specifiche, come la musica, il cinema e la lettura, nonostante il calo del numero complessivo di partecipanti. La fruizione di prodotti culturali in streaming, dopo un boom post-pandemico, si è stabilizzata, ma continua a rappresentare una parte importante del consumo. Ad esempio, solo l'11% degli intervistati ha dichiarato di non aver partecipato a proiezioni cinematografiche a pagamento, evidenziando come molte persone siano disposte a spendere pur di non rinunciare a queste attività.

In particolare, si registra una ripresa dell'interesse per la lettura dei libri cartacei, con un aumento significativo dal 69% al 75% dal 2021 al 2024, compensando in parte il declino della lettura dei quotidiani, il cui consumo continua a calare. La crescita della lettura di libri dimostra che, nonostante le difficoltà economiche, esiste una fascia di consumatori che continua a investire in cultura, scegliendo attività che percepiscono come di valore.

Un altro elemento interessante emerso dalla ricerca riguarda il divario generazionale nei consumi culturali. Gli over 55 continuano a preferire forme tradizionali di cultura, come il balletto e l’opera, mentre i più giovani (tra i 18 e i 34 anni) sono maggiormente attratti da esperienze innovative, come i musei permanenti, eventi all'aperto e festival con personaggi del mondo della cultura. Questo evidenzia l’importanza di diversificare l'offerta culturale per soddisfare i bisogni di target differenti, sia in termini di età che di interessi.

Una delle tendenze più interessanti rilevate riguarda l'attrattiva dei "weekend culturali", che risulta particolarmente forte nel Sud Italia e tra i giovani. Quasi un italiano su tre considera l’idea di regalare o ricevere un weekend culturale un'opportunità stimolante. Questa formula rappresenta un'importante sinergia tra il settore culturale e quello turistico-ricettivo, offrendo margini di crescita e sviluppo economico per le comunità locali. In particolare, il 43% degli italiani identifica la vacanza ideale come un'esperienza che combina natura e cultura, con una forte attenzione anche per l'enogastronomia.

Tuttavia, la ricerca sottolinea anche le criticità che frenano la partecipazione culturale in Italia. Il principale ostacolo indicato dagli intervistati è rappresentato dai costi elevati, una barriera percepita soprattutto nel Sud e nelle Isole, dove l’offerta culturale è spesso scarsa o addirittura assente. Un altro aspetto da considerare è la percezione della cultura come attrattore per le città: le iniziative culturali estive si confermano importanti motori per il turismo locale, contribuendo alla valorizzazione del patrimonio culturale e al rilancio dell'economia locale.

Infine, le modalità con cui gli italiani si informano sugli eventi culturali sono cambiate negli ultimi anni. Oltre al tradizionale passaparola tra amici e familiari (30%), i social network hanno guadagnato un ruolo di rilievo come fonte di informazioni (27%), con una crescente partecipazione anche da parte degli over 55. Questo dimostra come la digitalizzazione abbia trasformato non solo la fruizione della cultura, ma anche le modalità di promozione e comunicazione degli eventi, aprendo nuove possibilità di coinvolgimento per il pubblico.

Carlo Fontana conclude ribadendo l'importanza di adottare politiche mirate per ridurre le disparità tra Nord e Sud e per garantire un'offerta culturale inclusiva e accessibile a tutti, indipendentemente dalla situazione economica e geografica. Solo in questo modo sarà possibile sostenere la crescita della filiera culturale italiana e assicurare che la cultura rimanga un patrimonio condiviso da tutti i cittadini.
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