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UE verso la conferma dei dazi per le auto elettriche cinesi: domani il voto a Bruxelles

Favorevoli Francia, Grecia, Italia e Polonia. Annunciata astensione della Germania

Economia
UE verso la conferma dei dazi per le auto elettriche cinesi: domani il voto a Bruxelles
(Teleborsa) - È atteso domani il voto finale dei Paesi Ue sull'introduzione di dazi definitivi sulle auto elettriche importate dalla Cina. A favore di dazi fino al 45% sulle importazioni di veicoli elettrici (EV) fabbricati in Cina ci sono, ad oggi, Francia, Grecia, Italia e Polonia, il 39% della popolazione dell'UE. Se la posizione della Spagna non era chiara la Germania prevede di astenersi nel voto.

"Probabilmente opteremo di nuovo per l'astensione", ha indicato giorni fa l'ambasciatore tedesco a Bruxelles, Michael Clauss, parlando alla Competitive Europe Week di Politico. In base alle norme di voto Ue a maggioranza qualificata, l'astensione equivarrebbe a sostenere la decisione annunciata a luglio della Commissione europea di imporre i dazi sull'import di veicoli elettrici made in China fino al 36% per rispondere ai maxi sussidi elargiti dal Dragone al suo comparto. Al momento appare molto difficile che si verifichino le condizioni per una maggioranza di blocco. Clauss ha dunque confermato l'indicazione già espressa da Berlino nel primo voto consultivo tra i governi Ue tenutosi a luglio, aggiungendo che anche altri Paesi vorrebbero ridurre il rischio di ritorsioni commerciali da parte di Pechino. La Germania – e la sua potente industria auto fortemente radicata in Cina – è da sempre titubante all'imposizione delle misure commerciali, una indecisione che riflette anche le diverse posizioni delle anime della maggioranza semaforo di Olaf Scholz. A luglio al tavolo Ue Berlino si era astenuta insieme ad altre 10 capitali, mentre erano stati 12 i Paesi (tra cui l'Italia) decisi a dare un segnale forte al Dragone e soltanto 4 (Ungheria, Slovacchia, Malta e Cipro) i contrari.

"Naturalmente dobbiamo difendere la nostra economia dalle pratiche di commercio sleale – ha detto ieri il cancelliere tedesco Olaf Scholz intervenendo ai 75 anni dall'associazione delle imprese del commercio estero BGA –. La reazione come Ue però non deve comportare che danneggiamo noi stessi. Per questo dobbiamo andare avanti con le trattative con la Cina rispetto alle auto elettriche».

A Luglio la Commissione europea ha imposto tariffe provvisorie fino al 36,3% nei confronti di alcuni produttori cinesi per rispondere ai maxi sussidi elargiti da Pechino al suo comparto. Tariffe che, se confermate, si aggiungerebbero ai dazi del 10% a cui erano già soggetti gli esportatori dalla Cina. Se domani si raggiungerà una maggioranza qualificata a favore dei dazi, le misure saranno applicate per 5 anni.

"È ovvio che la guerra tra i dazi tra Cina e Usa non ci entusiasma perché penalizza un paese come il nostro", per cui sono importanti le esportazioni, "ma è anche impossibile non pensare che dobbiamo difendere le nostre filiere" ha detto ieri il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini rispondendo alle domande dei giornalisti. "L'Italia – ha ricordato Orsini – è un paese esportatore con cifre da record. Sappiamo benissimo che oggi abbiamo superato il Giappone con i nostri 626 miliardi di esportazioni. È ovvio che la guerra dei dazi tra Cina e Stati Uniti non ci entusiasma, perché ovviamente penalizza un paese esportatore come il nostro, e questo è un tema; però è anche impossibile non pensare che comunque noi dobbiamo difendere la nostra filiera. Sappiamo anche benissimo – ha osservato Orsini – che noi siamo cresciuti perché i dazi sono calati", ma "abbiamo un segno meno nella produzione da 18 mesi e a questo segno negativo dobbiamo per forza dare una controtendenza". Per Orsini occorre "rivedere le relazioni commerciali", e questo vuol dire – ha aggiunto – "che ci sono anche rapporti di scambio tra i vari paesi che credo siano fondamentali". "Abbiamo anche l'esigenza, come Europa - ha rilevato il presidente di Confindustria –, di aprire nuovi mercati. Penso al Mercosur (il mercato comune sudamericano, che comprende il Brasile, ndr), visto che qualche mercato l'abbiamo perso, come la Russia, che per alcuni paesi era importante. I conflitti geopolitici come la guerra in Ucraina per noi sono penalizzati. Quindi ovviamente – ha aggiunto – dobbiamo dare spazio alla nostra merci per dare loro la possibilità di girare per il mondo. Perciò, nella dialettica dei dazi bisogna avere una interlocuzione di lungo termine, e bisogna stare molto attenti a non perdere le nostre priorità, che sono quelle delle esportazioni. Sul tema dell'automotive cinese e dei dazi – ha concluso Orsini –, credo che oggi noi non possiamo pensare di non incrementare i dazi verso le automobili cinesi. Quindi siamo a favore".



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