(Teleborsa) - "Abbiamo avuto un primo semestre che è andato molto bene quest'anno. Sicuramente il mercato del private Capital si sta riprendendo: tassi in discesa vuol dire avere operazioni di buyout a leva con un costo del denaro inferiore ma vuol dire anche raccogliere capitali rispetto a dei rendimenti alternativi che sono più bassi. Noi offriamo rendimenti più alti e quindi abbiamo meno concorrenza da parte di altri investimenti che, chiaramente, come le obbligazioni e quant'altro, rendono di meno. Quindi non solo è andato bene il primo semestre ma mi aspetto che il secondo semestre dia dei segnali molto incoraggianti. Credo che chiuderemo un buon 2024. Del resto già a luglio e agosto abbiamo fatto dei Closing di operazioni importanti e la raccolta di capitali, che è migliorata quest'anno, porterà negli anni futuri sicuramente più investimenti". È quanto afferma
Anna Gervasoni è direttore generale di AIFI commentando i
dati sul mercato italiano del private equity e venture capital nel primo semestre del 2024 che emergono dall'
analisi condotta da AIFI, in collaborazione con PwC Italia. I dati mostrano che la prima parte dell'anno ha registrato una
raccolta complessiva (sul mercato e captive, cioè proveniente dalla casa madre) pari a 2.831 milioni di euro, in crescita del 43% rispetto al primo semestre del 2023, grazie anche ad alcuni closing di dimensioni significative. Gli operatori che hanno raccolto nel periodo sono stati 18 (20 nello stesso periodo dell'anno precedente). La
raccolta sul mercato è stata pari a 2.755 milioni, più che raddoppiata rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Le fonti principali della raccolta sul mercato sono state: fondi pensione e casse di previdenza, 24%, settore pubblico e fondi di fondi
istituzionali, 15%, e fondi sovrani, 13%. A livello geografico, il 66% dei capitali proviene da investitori domestici. Con riferimento al target di investimento, si prevede di investire il 43% dei capitali raccolti complessivamente in operazioni di expansion e il 35% in buyout.
"Nel primo semestre dell'anno vediamo un ritorno degli investimenti di grandi dimensioni che portano l'ammontare a 4,5 miliardi di euro – dichiara
Innocenzo Cipolletta, presidente AIFI –. Il ruolo degli operatori internazionali si consolida coprendo un ruolo sempre più strategico per le imprese italiane e l'economia reale".
L'ammontare investito è stato pari a 4.459 milioni di euro, in crescita del 40% rispetto ai 3.189 milioni del primo semestre del 2023. Da segnalare la presenza di 7 operazioni di ammontare superiore a 150 milioni di euro, contro le 3 registrate nello stesso periodo dell'anno precedente. Se si considerano solamente gli investimenti di ammontare inferiore ai 150 milioni, il dato del primo semestre 2024 risulta in linea con lo stesso periodo dell'anno precedente (2.364 milioni, contro 2.329 del 2023). Il numero di operazioni si è
attestato a 299, in calo del 14% rispetto alla prima parte del 2023 (346 investimenti), distribuito su 227 società.
Nel dettaglio, le
operazioni di venture capital (investimenti in imprese nella prima fase di ciclo di vita, seed, startup, later stage) sono diminuite del 17% in termini di numero (193), mentre l'ammontare investito è aumentato del 21% (494 milioni di euro), testimoniando una maggior dimensione media degli investimenti.
Il
buyout (acquisizioni di quote di maggioranza o totalitarie) ha registrato un incremento del 14% per ammontare, pari a 2.528 milioni, mentre il numero, pari a 69, è diminuito dell'8%. L'expansion (investimenti di minoranza in aumento di capitale finalizzati alla crescita dell'azienda) è stato caratterizzato, invece, da un aumento del 76% dell'ammontare, pari a 370 milioni, e del 28% del numero, con 23 operazioni.
Per quanto riguarda le
infrastrutture, gli investimenti sono stati 7, contro i 14 dell'anno precedente, ma l'ammontare è cresciuto del 146% (649 milioni di euro). Le operazioni di turnaround (finalizzate al sostegno di imprese in difficoltà) sono state solamente 5 (4 nello stesso periodo dell'anno precedente), per un ammontare pari a 48 milioni (+66%).
"La discesa dei tassi, intesa come fenomeno strutturale porta dei benefici al nostro settore. Noi – spiega
Gervasoni – aiutiamo gli imprenditori e le imprese ad acquisirne delle altre usando anche il debito, il debito costa di meno e quindi questo favorisce le acquisizioni. Dall'altro lato raccogliamo capitali sul mercato e in momenti di tassi alti per prodotti free risk come i titoli di Stato chiaramente la nostra offerta di prodotti alternativi diventa più complicata da vendere. Diamo rendimenti molto alti, a due cifre, ovvio che in questo momento facciamo più facilmente raccolta presso gli investitori istituzionali e anche Retail. Quindi questo trascinerà sicuramente un ciclo positivo del nostro private Capital".
"Nel primo semestre 2024 si registra un rimbalzo dell'ammontare investito rispetto allo stesso periodo del 2023, con una riduzione del numero degli investimenti più che controbilanciata dall’incremento del ticket medio – commenta
Francesco Giordano, Private Equity leader di PwC Italia –. Un segnale positivo è la crescita degli investimenti inziali, mentre i follow-on restano più o meno stabili in valore. Interessante è l'aumento dei disinvestimenti (+137% in termini di ammontare e +30% in numero) sicuramente un buon segnale per la salute del nostro mercato".
Sempre lato investimenti, dal punto di vista delle dimensioni delle imprese, prevalgono ancora una volta le aziende con meno di 50 milioni di fatturato, che rappresentano il 79% del numero totale (87% nel primo semestre del 2023). Per quanto concerne la distribuzione settoriale, in termini di numero, nel
comparto ICT sono state realizzate 93 operazioni (31% del totale), nel settore medicale 51 (17%) e nei beni e servizi industriali 49 (16%).
In termini di
distribuzione geografica, il 75% delle 267 operazioni realizzate nel primo semestre in Italia è stato realizzato al Nord (pari a 199 investimenti), il 18% al Centro (49) e il restante 7% al Sud e Isole, che totalizza 19 investimenti. A livello regionale, in linea con gli anni precedenti, la Lombardia si è classificata al primo posto in termini di numero di operazioni (120, pari al 45% del totale), seguita da Friuli-Venezia Giulia e Lazio (entrambe 21, 8%).
Con riferimento ai
disinvestimenti, nel corso del primo semestre del 2024 ne sono stati realizzati 70 (distribuiti su 51 società), un numero che segna una crescita del 30% rispetto al primo semestre del 2023, quando erano 54. L'ammontare disinvestito, calcolato al costo storico di acquisto, si è attestato a 2.363 milioni di euro, contro i 996 milioni del primo semestre del 2023 (+137%).
Nella
distribuzione dei disinvestimenti per tipologia, nel primo semestre ha prevalso la vendita a soggetti industriali sia in termini di numero di società disinvestite, 24, pari al 47% del numero totale, sia di ammontare disinvestito, (963 milioni di euro, 41%).