(Teleborsa) - In testa alla
top ten delle città più care d'Italia, vince ancora una volta
Siena, che, con l'inflazione più alta, +2,6%, registra anche la maggior spesa aggiuntiva su base annua, equivalente a 663 euro a famiglia. Medaglia d'argento per
Bolzano, dove il 4° più alto rialzo dei prezzi, +2%, determina un incremento di spesa annuo pari a 579 euro per una famiglia media. Medaglia di bronzo per
Rimini che con la terza maggiore inflazione del Paese (ex aequo con Benevento), +2,1%, ha una spesa supplementare pari mediamente a 571 euro annui.
Questo il podio della
classifica stilata dall'Unione Nazionale Consumatori (UNC) sulla base dei
dati territoriali dell'inflazione di luglio resi noti oggi dall'Istat. Appena fuori dal podio
Parma (+1,9%, pari a 516 euro), poi
Padova (+1,9%, +488 euro),
Trento (+1,6%, +471 euro), al settimo posto
Pisa (+1,8%, +459 euro), poi
Benevento (+2,1%, +449 euro) e
Macerata (+2,2%, +443 euro). Chiude la top ten
Pordenone (+1,8%, +440 euro).
Nella
graduatoria delle città più virtuose d'Italia, nessuna città è in deflazione. Al primo posto ancora una volta
Biella, che però segna una variazione dei prezzi nulla su luglio 2023, mentre a giugno era -0,4%. Medaglia d'argento per
Campobasso (+0,3%, +62 euro), seguita da
Caserta (+0,4%, +86 euro). Bene anche
Ancona e Pavia, rispettivamente quarta e quinta.
In testa alla classifica delle
regioni più "costose", con un'inflazione annua a +1,8%, la più alta d'Italia tra le regioni, il
Trentino che registra a famiglia un aggravio medio pari a 512 euro su base annua. Segue il
Friuli Venezia Giulia, dove la crescita dei prezzi dell'1,7% implica un'impennata del costo della vita pari a 402 euro, terzo il
Veneto (+1,6% e +399 euro).
Le
regioni migliori, anche se non più in deflazione, il
Molise (+0,3%, pari a +62 euro), la
Valle d'Aosta (+0,5%, +130 euro), in terza posizione la
Basilicata, +0,7%, +147 euro.