(Teleborsa) - Nel 2023 i
lavoratori domestici con
contributi all’Inps sono stati
833.874, in flessione per il secondo anno consecutivo (-7,6% rispetto al 2022) dopo i consistenti incrementi del biennio 2020-2021 dovuti ad una spontanea regolarizzazione di rapporti di lavoro per consentire ai lavoratori domestici di recarsi al lavoro durante il periodo di lockdown e all’entrata in vigore della norma che ha regolamentato l’emersione di rapporti di lavoro irregolari (D.L. n. 34 del 19/05/2020 – decreto “Rilancio”).
Il
trend decrescente del numero complessivo dei lavoratori domestici è simile tra
maschi e
femmine, anche se la composizione per genere evidenzia una netta prevalenza di femmine, il cui peso sul totale ha ripreso ad aumentare già dal 2022 raggiungendo nel 2023 il valore massimo degli ultimi sei anni, pari all’88,6%. Nel 2023 i maschi scendono sotto le 96.000 unità evidenziando che il fenomeno della regolarizzazione ha interessato maggiormente i lavoratori di sesso maschile, molti dei quali dopo essere entrati nel mercato del lavoro come lavoratori domestici, hanno successivamente trovato occupazione in altri ambiti lavorativi.
Il
Nord-Ovest è l’area geografica con il maggior numero di lavoratori (30,7%), seguita dal
Centro con il 27,6%, dal
Nord-Est con il 19,9%, dal
Sud con il 12,2% e dalle
Isole con il 9,6%.
La regione con il maggior numero di lavoratori domestici è la
Lombardia con 162.227 lavoratori (19,5%), seguita dal
Lazio (14.1%), dalla
Toscana (8,8%) e dall’
Emilia Romagna (8,6%). In queste quattro regioni si concentra poco più della metà dei lavoratori domestici in Italia.
La
composizione dei lavoratori per nazionalità evidenzia una forte prevalenza di
lavoratori stranieri (68,9% del totale) anche se si conferma una tendenza decrescente già iniziata nel 2022. La maggior parte dei lavoratori domestici proviene dall’
Europa dell’Est, con 297.373 lavoratori, pari al 35,7% del totale; seguono i 259.689 lavoratori di
cittadinanza italiana (31,1%), quelli provenienti dal
Sud America (8,1%) e quelli dall’
Asia Orientale (5,8%).
Sulla tipologia di lavoro la quota di
“Badanti” (49,6%) ha ormai quasi raggiunto la quota
“Colf” (50,4%). La tipologia “Colf” è prevalente tra i lavoratori italiani e quasi tutti i lavoratori stranieri, ad eccezione di quelli provenienti dall’Europa dell’Est, dall’Asia Medio Orientale, dal nord America e dall’America Centrale, in cui prevale la tipologia “Badante”.
La
classe d'età “55-59 anni” è quella con la maggior frequenza tra i lavoratori domestici, con un peso pari al 18,1% del totale, mentre il 23,9% ha un’età pari o superiore ai 60 anni e solo l’1,5% ha un'età inferiore ai 25 anni.
L’analisi dei dati sulle retribuzioni nel 2023 evidenzia che, contrariamente a quanto accade per altre categorie di lavoro, le lavoratrici domestiche in media hanno una
retribuzione più alta rispetto agli uomini: il 31,2% delle
lavoratrici domestiche ha una retribuzione di oltre 10 mila euro, tale percentuale si ferma al 27,7% per gli uomini.