(Teleborsa) - Per l'
Ufficio Parlamentare di Bilancio le previsioni economiche del governo sullo scenario interno e internazionale presentate nell'ultimo Documento di Economia e Finanza sono accettabili. "Le proiezioni macroeconomiche dell’UPB non si discostano significativamente da quelle del Governo, ma sono più caute – ha sottolineato l'UPB nel Rapporto sulla politica di bilancio –. L’UPB attende per quest’anno un’espansione del PIL dello 0,8 per cento, un’accelerazione nel 2025 all’
1,1 per cento e successivamente un rallentamento". Secondo stime aggiornate dell’UPB – ha aggiunto –, la piena e tempestiva realizzazione degli interventi previsti dal PNRR condurrebbe a un livello del PIL più elevato di circa il tre per cento, a fine periodo, rispetto allo scenario di base.
L’UPB pubblica ogni anno un Rapporto che illustra le
tendenze recenti e le
prospettive dell’economia italiana e della finanza pubblica e alcuni
approfondimenti settoriali. Poiché quest’anno ricorre il decennale delle attività dell’UPB, la prospettiva delle analisi è stata sviluppata anche in relazione al periodo 2014-2023, con approfondimenti tematici che riguardano l’analisi retrospettiva dell’economia e della finanza pubblica italiana, l’evoluzione della tassazione sulle famiglie e sulle imprese, quella delle pensioni e dell’occupazione e le recenti politiche per la long term care in Italia. Dopo i saluti istituzionali sono intervenuti il Commissario europeo per gli Affari Economici e Monetari
Paolo Gentiloni e il Ministro dell’Economia e delle Finanze
Giancarlo Giorgetti.
"Il contesto globale è incerto e fragile – ha sottolineato l'UPB –. Le attese sulle
variabili esogene internazionali dei documenti previsivi del Governo sono accettabili ma sono esposte a rischi difficilmente controllabili, derivanti principalmente dalle tensioni geopolitiche e dalle guerre in corso". L’economia italiana lo scorso anno ha decelerato allo 0,9 per cento, un ritmo comunque superiore sia a quello del ventennio pre-pandemia sia a quello registrato nell’area dell’euro, per il terzo anno consecutivo – ha aggiunto –. Nei
primi tre mesi del 2024 il PIL dell’economia italiana è aumentato dello 0,3 per cento in termini congiunturali ma nel trimestre in corso la
fase ciclica sarebbe peggiorata; alla persistente debolezza dell’industria si sarebbe aggiunta anche la frenata nell’edilizia, in seguito alla
rimodulazione degli
incentivi per il comparto residenziale".
Il rapporto ha evidenziato che il
deficit delle
Amministrazioni pubbliche nel 2023 è risultato pari al 7,4 per cento del PIL, in
riduzione rispetto all’anno precedente, ma ancora elevato per il quarto anno consecutivo. Per il terzo anno consecutivo, è proseguita la discesa del rapporto tra il
debito pubblico e il PIL, che si è attestato al 137,3 per cento, 17,6 punti percentuali in meno rispetto al picco registrato nel 2020. A legislazione vigente (non considerando quindi il rinnovo di alcune misure che scadono nel 2024), il deficit pubblico diminuirebbe significativamente nell’anno in corso, passando al 4,3 per cento del PIL.
L'UPB ha rilevato che la stretta sul
Superbonus ha avuto un effetto favorevole sul
deficit "che è stato riportato ai valori programmatici della NADEF 2023, pari al 3,6 per cento del PIL nel 2025 e al 2,9 nel 2026. Il rapporto tra il debito pubblico e il PIL è atteso aumentare fino al 2026, quando raggiungerebbe il 139,8 per cento, per poi ridursi di due decimi di punto nel 2027; sul profilo del debito incidono in misura rilevante le ingenti compensazioni d’imposta legate agli incentivi fiscali per il settore edilizio degli ultimi anni".