(Teleborsa) - "L’approvazione alla Camera dei Deputati, all’
unanimità, della
proposta di legge che limita la responsabilità del Collegio sindacale è stata accolta con entusiasmo trasversale e va a correggere una stortura che era diventata un’emergenza delle categorie professionali". Lo ha dichiarato
Marta Schifone, parlamentare di Fratelli d’Italia nelle commissioni lavoro e Affari Sociali a Montecitorio, che ha incontrato questa mattina il
Consiglio dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Napoli, presieduto da Eraldo Turi, dopo avere incassato il voto alla proposta di legge, di cui è prima firmataria.
"Con la normativa vigente - ha sottolineato Schifone - i professionisti nei collegi sindacali rispondono in
solido rispetto agli amministratori. Si è venuto a creare un
automatismo secondo al quale il controllore è sullo stesso ‘piano’ dell’amministratore. In uno Stato di diritto è inaccettabile vivere in una costante incertezza e poca linearità. Le anomalie riguardano anche le azioni risarcitorie: i professionisti in questi anni sono diventati
veri e propri ‘bersagli facili’, esposti non solo dal punto di vista patrimoniale ma anche reputazionale. Abbiamo affermato un
principio di giustizia e di dignità a tutela del mondo libero professionale. Questa nuova legge consentirà ai professionisti di accettare gli incarichi nei collegi sindacali sapendo che ora c’è una norma di buon senso. Abbiamo lavorato sul ‘metodo a scaglioni’, già testato in altri paese europei, che viene calato sul compenso percepito annualmente dai professionisti e va a parametrare le responsabilità modificando l’attuale norma".
"Con la limitazione delle responsabilità del Collegio sindacale - ha evidenziato il
presidente Turi– viene introdotto un principio di
equità. La modifica che ci sarà dell’articolo 2407 consentirà di accettare l'incarico di componente del collegio sindacale senza avere l’incombenza di una responsabilità abnorme. Ringrazio Marta Schifone per la sensibilità dimostrata e il risultato raggiunto. Non era giusto che i professionisti dovessero rischiare il patrimonio personale, dopo una vita di lavoro, per assolvere agli obblighi di legalità del collegio sindacale".