(Teleborsa) - La
BCE ormai è porta a
tagliare i tassi d'interesse nella riunione di
giovedì 6 giugno. Una mossa ritenuta necessaria a rivitalizzare l'economia zoppicante e compatibile con un'inflazione ormai rientrata verso il target del 2%. E per la
prima volta nella storia anticiperà le azioni della Federal Reserve, che si è vista più cauta nel programmare una riduzione dei tassi d'interesse, dato che l'inflazione USA persiste al di sopra del 3%. Se si muoverà, la banca centrale statunitense lo farà a settembre e non si prevede più di un taglio da 25 punti entro la fine dell'anno, mentre la BCE potrebbe annunciare da qui a fine 2024 almeno due tagli dei tassi di 25 punti ciascuno per un totale di mezzo punto.
Primo taglio sarà modesto Sebbene un taglio di
25 punti dei tassi da parte della BCE appaia ormai una certezza, tuttavia, gli esperti di Degroof Petercam Asset Management? (DPAM) non credono che ciò sia sufficiente a risollevare le sorti dell'economia continentale. "Un taglio così modesto
manterrebbe la politica monetaria ancora decisamente
restrittiva", spiega Lowie Debou, Gestore Reddito Fisso di DPAM, aggiungendo "mantenere un tasso troppo restrittivo per troppo tempo aumenta la probabilità di una deriva recessiva. Se invece la BCE iniziasse ora a tagliare i tassi, potrebbe
agire in modo più contenuto rispetto ai cicli precedenti, mantenendo intatto lo storytelling legato ad un atterraggio morbido".
Atteso impatto negativo sull'euroSecondo Michele Sansone, country manager di
iBanFirst Italia, il taglio dei tassi da parte della BCE prima della Fed sarebbe
"storicamente anomalo" e potrebbe avere un
impatto negativo sul tasso di cambio dell'euro, aggravando l'inflazione importata in Europa. Per l'esperto "è difficile negare che la finestra per i tagli di tassi si stia chiudendo rapidamente oltre l'Atlantico" e questo potrebbe significare che la BCE sarà la prima a fare un passo in questa direzione, battendo sia la Fed che la Bank of England.
Dal recente discorso del vice presidente Philip Lane, l'obiettivo di quest'anno è allentare la politica monetaria pur mantenendola leggermente restrittiva per
evitare picchi di inflazione imprevisti. Ciò si allinea con
tre o quattro tagli dei tassi di 25 punti base. Il prossimo anno, l'obiettivo sarà quello di portare la politica monetaria a un territorio neutrale, il che implica altri tre o quattro tagli simili.
Cosa accadrà dopo giugno?Per gli analisti di
PIMCO il primo taglio questa settimana è dato per scontato, quindi
più interessante è la traiettoria dopo giugno. "Dubitiamo che la BCE fornisca molte indicazioni in proposito e ci aspettiamo che ribadisca il suo approccio
“riunione per riunione” in base al flusso di dati dei prossimi mesi", afferma Konstantin Veit, Portfolio Manager di PIMCO, ritenendo
"improbabile che la BCE si impegni circa un particolare
percorso per i tassi".
"Una volta che la BCE inizierà a tagliare i tassi - prosegue l'esperto - prevediamo che procederà con cautela, con convenzionali step da 25 punti base". In ogni caso, "i rischi propendono per meno tagli, soprattutto a causa della tenuta dell'inflazione dei servizi, della stabilità del mercato del lavoro, dell'allentamento delle condizioni finanziarie e delle considerazioni sulla gestione del rischio da parte della BCE".