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BCE conferma taglio tassi d'interesse di 25 punti: repo scende al 3,40%

Tasos sui depositi al 3,25%

Finanza
BCE conferma taglio tassi d'interesse di 25 punti: repo scende al 3,40%
(Teleborsa) - La BCE ha annunciato un taglio dei tassi d'interesse di 25 punti base. Una decisione largamente attese, specie dopo il dato dell'inflazione, rivisto ulteriormente al ribasso all'1,7%. "La decisione di ridurre il tasso sui depositi presso la banca centrale, tasso mediante il quale il Consiglio direttivo orienta la politica monetaria - conferma l'Euotower - scaturisce dalla valutazione aggiornata delle prospettive di inflazione, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria".

Il Consiglio direttivo conferma di essere "pronto ad adeguare tutti i suoi strumenti nell’ambito del proprio mandato" e di dice "determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione al suo obiettivo del 2% a medio termine". A questo scopo, promette di "mantenere i tassi di riferimento su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario a conseguire questo fine" e di seguire "un approccio guidato dai dati in base al quale le decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione".

"In particolare, le decisioni sui tassi di interesse - ricorda - saranno basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione, considerati i nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria, senza vincolarsi a un particolare percorso dei tassi".

La BCE ribadisce anche che "lo strumento di protezione del meccanismo di trasmissione della politica monetaria può essere utilizzato per contrastare ingiustificate, disordinate dinamiche di mercato che mettano seriamente a repentaglio la trasmissione della politica monetaria in tutti i paesi dell’area dell’euro, consentendo così al Consiglio direttivo di assolvere con più efficacia il proprio mandato della stabilità dei prezzi".

L'inflazione sta rallentando

"Le ultime informazioni sull’inflazione - conferma la BCE - indicano che il processo disinflazionistico è ben avviato. Le prospettive di inflazione sono inoltre influenzate dalle recenti sorprese al ribasso degli indicatori dell’attività economica. Nel contempo, le condizioni di finanziamento rimangono restrittive".

La BCE attende che "l’inflazione aumenti nei prossimi mesi, per poi diminuire e raggiungere l’obiettivo nel corso del prossimo anno. L’inflazione interna resta elevata, in quanto i salari continuano a crescere a un ritmo sostenuto. Al tempo stesso, le pressioni sul costo del lavoro dovrebbero seguitare ad attenuarsi gradualmente, in un contesto in cui i profitti ne mitigano parzialmente l’impatto sull’inflazione".

Gli strumenti in mano alla BCE

Il Consiglio direttivo ha deciso oggi di ridurre di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento, portando quello sui depositi al 3,25%, quello sulle operazioni di rifinanziamento principali al 3,40% e quello sulle operazioni di rifinanziamento marginale al 3,65%, con effetto dal 23 ottobre 2024.

Il Programma di acquisto di attività (PAA) si sta riducendo a un ritmo misurato e prevedibile, dato che l’Eurosistema non reinveste più il capitale rimborsato sui titoli in scadenza. Riguardo al Programma di acquisto per l’emergenza pandemica (PEPP), l’Eurosistema conferma che intende terminare i reinvestimenti nel quadro di tale programma alla fine del 2024 e non reinveste più tutto il capitale rimborsato sui titoli in scadenza, riducendo il portafoglio di 7,5 miliardi di euro al mese in media.

Il Consiglio direttivo continuerà a reinvestire in modo flessibile il capitale rimborsato sui titoli in scadenza del portafoglio del PEPP, per contrastare i rischi per il meccanismo di trasmissione della politica monetaria riconducibili alla pandemia.

Quanto alle Operazioni di rifinanziamento a più lungo termine, a fronte dei rimborsi degli importi ricevuti dalle banche, il Consiglio direttivo riesaminerà regolarmente come le operazioni mirate e i rimborsi in atto contribuiscono all’orientamento della politica monetaria.
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