(Teleborsa) - "La
crescita della produttività è un fattore determinante dell'inflazione a medio termine e dei tassi di interesse reali, il che significa che influenza direttamente la conduzione della politica monetaria". Lo ha affermato
Isabel Schnabel, che fa parte dell'Executive Board della BCE, durante un evento all'European University Institute di Firenze.
"La crescita della produttività persistentemente bassa, e recentemente addirittura negativa, esacerba gli effetti che l'attuale forte crescita dei salari nominali ha sui costi unitari del lavoro per le imprese - ha spiegato - Ciò aumenta il rischio che le imprese trasferiscano i costi salariali più elevati sui consumatori, il che
potrebbe ritardare il ritorno dell'inflazione al nostro obiettivo del 2%".
In questo contesto, "la
politica monetaria deve rimanere restrittiva finché non potremo essere certi che l'inflazione tornerà in modo sostenibile al nostro obiettivo a medio termine - ha sottolineato Schnabel - Il recente lungo periodo di elevata inflazione suggerisce che, per evitare di essere costretti ad adottare una politica stop-and-go simile a quella degli anni '70, dobbiamo essere cauti e non modificare prematuramente la nostra posizione politica".
Secondo l'economista tedesca, "le
misure che aiutano le imprese a stimolare la crescita della produttività sostengono direttamente la politica monetaria nel raggiungimento del suo obiettivo di garantire la stabilità dei prezzi nel medio termine".