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Gaza, Onu approva risoluzione su aiuti ma non la tregua

Tredici voti a favore: astensioni di Stati Uniti e Russia. Ue: "Risoluzione getta le basi per la fine della guerra"

Economia
Gaza, Onu approva risoluzione su aiuti ma non la tregua
(Teleborsa) - Con 13 voti a favore, zero voti contrari, e le due astensioni di Stati Uniti e Russia, il Consiglio di Sicurezza dell'Onu approva la risoluzione a favore degli Emirati Arabi Uniti che prevede maggiori aiuti a Gaza. Assente nella risoluzione la richiesta di una tregua immediata. Nel dettaglio la risoluzione approvata dal Consiglio di sicurezza dell'Onu chiede misure urgenti per consentire un accesso umanitario immediato e sicuro, e per "creare le condizioni per una cessazione sostenibile delle ostilità". La precedente formulazione invece chiedeva "l'urgente sospensione delle ostilità per consentire un accesso umanitario sicuro e passi urgenti verso una cessazione sostenibile delle ostilità".

"Il vero problema è che la modalità con cui Israele conduce questa offensiva sta creando ostacoli alla distribuzione di aiuti umanitari a Gaza. Un cessate il fuoco umanitario è l'unico modo per andare incontro ai disperati bisogni della popolazione di Gaza – ha commentato il il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres –. Ritengo che ci sia bisogno di un cessate il fuoco umanitario ma, ovviamente, siamo favorevoli a ogni pausa che possa migliorare la distribuzione degli aiuti umanitari a Gaza e lo scambio di prigionieri".

L'Ue accoglie "con favore" la risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'Onu. Il testo "chiede una consegna rapida, sicura e più ampia degli aiuti alla popolazione di Gaza e getta le basi per la fine delle ostilità", scrive su X la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, evidenziando che l'Ue è "al lavoro con i partner per affrontare l'emergenza umanitaria e prepararsi già al dopo". La fornitura degli aiuti al popolo di Gaza "è ciò che l'Ue chiede", evidenzia il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, plaudendo "all'enfasi posta sulla necessità di creare le condizioni per un cessate il fuoco sostenibile".

La decisione del Consiglio di Sicurezza "mantiene l'autorità della sicurezza di Israele di monitorare e ispezionare gli aiuti in ingresso a Gaza" ha detto l'ambasciatore israeliano all'Onu Gilad Erdan che ha ringraziato gli Usa e il presidente Biden "per la loro ferma posizione di essere a fianco di Israele" e per aver "criticato aspramente il Cds e l'Onu per il loro silenzio di fronte alle atrocità del 7 ottobre". Secondo Erdan, l'Onu si è focalizzato solo sugli aiuti a Gaza, invece di farlo sulla "crisi umanitaria degli ostaggi".

"Israele continuerà la guerra fino al rilascio di tutti i rapiti e all'eliminazione di Hamas nella Striscia di Gaza" ha detto il ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen definendo tuttavia "giusta la decisione del Consiglio di sicurezza che l'Onu garantisca una razionalizzazione nel trasferimento degli aiuti umanitari e assicurarsi che arrivino a destinazione e non ad Hamas". Israele, ha aggiunto Cohen, "continuerà ad agire secondo il diritto internazionale, ma rivedrà tutti gli aiuti umanitari a Gaza per ragioni di sicurezza".

"Israele continua a ignorare le richieste di un cessate il fuoco umanitario. Il suo assedio è inumano. Israele non vuole un futuro per i palestinesi in Palestina e per questo bombarda case, scuole e infrastrutture" ha affermato l'ambasciatore palestinese all'Onu Riyad Mansour –. Gaza è come un paziente a cui si cercano di curare le ferite mentre il killer sta ancora sparando. Bisogna fermare il killer. Agiamo ora per salvare vite. La risoluzione è un passo nella giusta direzione ma non c'è modo di fermare il genocidio senza un cessate il fuoco".

Secondo un rapporto pubblicato da 23 agenzie Onu e non governative più di mezzo milione di persone a Gaza – un quarto della popolazione – rischiano di morire di fame. La difficoltà a procurarsi da mangiare tra la popolazione ha superato quanto è avvenuto in Afghanistan e Yemen negli ultimi anni. Il rapporto avverte che il rischio di carestia "sta aumentando ogni giorno", imputando la fame agli aiuti insufficienti che entrano a Gaza. Il rapporto ha rilevato che l'intera popolazione di Gaza è in crisi alimentare, con 576.600 persone a livelli "catastrofici" di fame.

"Non ho mai visto qualcosa delle dimensioni di quanto sta accadendo a Gaza. E a questa velocità" ha dichiarato Arif Husain, capo economista del Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite.

"Abbiamo avvertito per settimane che, con tali privazioni e distruzioni, ogni giorno che passa non farà altro che portare più fame, malattie e disperazione alla popolazione di Gaza" ha commentato il vicesegretario Onu per gli affari umanitari Martin Griffiths su X .
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