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Il Forum "Mare" a Trieste fra opportunità e rischi

Ambiente, Economia, Energia
Il Forum "Mare" a Trieste fra opportunità e rischi
(Teleborsa) - In corso di svolgimento oggi e domani a Trieste la prima edizione del Forum Risorsa Mare, realizzato da The European House – Ambrosetti in con il Ministero per la Protezione civile e le Politiche del mare e il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri. L’iniziativa punta a diventare un appuntamento di confronto annuale itinerante, toccando ogni anno una nuova città portuale.

Il Forum nasce a seguito dell’elaborazione e approvazione, 31 luglio scorso, da parte del CIPOM (Comitato interministeriale per le Politiche del Mare) riunitosi a Palazzo Chigi sotto la presidenza del ministro Nello Musumeci, del Piano Nazionale del Mare, lo strumento di programmazione di cui si sono dotati Governo e Parlamento per avviare una politica marittima unitaria e strategica.

Il Piano Nazionale del Mare considera 16 direttrici che prevedono tutela e valorizzazione della Risorsa Mare dal punto di vista ambientale, logistico, economico; i campi d'azione toccano la risorsa mare con un approccio sistemico e interconnesso, andando a valorizzando tutti gli ambiti, dal sistema portuale alla pesca, dal turismo alla logistica; si tratta insomma di una promozione del sistema-mare nazionale a livello internazionale, che integra la valorizzazione del demanio marittimo.

La prima edizione del Forum Mare organizzato da Ambrosetti parte quindi dall'analisi di questo piano e si impone di seguirlo nel suo sviluppo.

“Non poteva che essere Trieste, per la sua storia, per la sua forza evocativa, per il suo ruolo geopolitico e marittimo, ad ospitare il primo appuntamento del governo sulle strategie per il mare. Per la prima volta l’Italia si dota di uno strumento di programmazione, il Piano del Mare, e lo illustreremo nel corso della due giorni al porto. Con il governo Meloni il mare, non solo come risorsa, torna al centro dell’agenda politica” ha detto Nello Musumeci, Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare.

“Il Piano del Mare è un ottimo punto di partenza per semplificare la governance di un comparto molto complesso e soggetto ad una forte competizione internazionale. L’Italia ha le carte in regola per affermarsi come un player di rilievo internazionale in tutti gli ambiti, che possono dare un contributo importante non solo in termini di crescita ma anche nel raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità del nostro Paese. In particolare, nelle 16 direttrici del Piano del Mare, abbiamo individuato otto aree di investimento strategico per il sistema-Paese. In questo senso la nostra iniziativa, complementare al Piano del Mare, si prefigge di orientare gli investimenti pubblici e privati legati al mare nelle filiere più promettenti, promuovendo una sempre maggiore coesione tra gli operatori del settore e stimolando nel concreto la collaborazione tra pubblico e privato” ha invece dichiarato Valerio De Molli, Managing Partner & CEO, The European House – Ambrosetti.

Secondo i dati elaborati da The European House – Ambrosetti su dati 2023 della Commissione Europea, nel 2019 il valore aggiunto prodotto dall’economia del mare nei 27 Paesi dell’Unione Europea è stato pari a 184,9 miliardi di euro (1,5% del totale economia dell’UE-27) e gli occupati sono pari a 4,5 milioni (2,3% del totale occupati dell’UE-27).

L’Italia è il terzo Paese dell’UE sia per valore aggiunto, con una quota di 24,5 miliardi, sia per occupati, con oltre 540mila posti di lavoro. Un sistema economico che contribuisce con circa 65 miliardi al PIL del Paese, con un moltiplicatore di 2,7 (1€ prodotto nell’Economia del Mare ne attiva altri 1,7 nel resto dell’economia).

In questa prima giornata gli argomenti trattati sono stati molteplici, ma si possono riassumere in due punti fondamentali, stando alle dichiarazioni degli stakeholder industriali e dai protagonisti della politica:

Primo punto: la pesca è un patrimonio fondamentale per il paese, ma è in forte declino da anni e le politiche europee non ci favoriscono. La salvaguardia ambientale richiede un progressivo abbandono della pesca a strascico, ma se questo è semplice per i paesi del nord, per l'Italia, che basa su questa tipologia il 30% dei pescherecci, è un danno enorme. Il governo ha anche ribadito la propria contrarietà alla carne sintetica, anche nel caso di una applicazione di questa tecnologia in campo ittico.

Secondo Punto: la posizione centrale dell'Italia nel mediterraneo è un'enorme opportunità per la logistica energetica; la situazione geopolitica attuale impone approvvigionamenti di gas naturali dal Sud (Africa in primis), mentre prima della guerra tra Russia e Ucraina gli stream principali passavano dal Nord. L'Italia può b l'hub energetico di riferimento per l'Europa, oggi grazie al gas naturale, in un furutro relativamente prossimo grazie ad produzione massiva di idrogeno nel Sahara attraverso il fotovoltaico. Sempre in ottica energetica è importante monitorare la situazione dei fondali e regolamentarne in maniera efficace e ragionata il loro utilizzo, non solo in relazione alla pesca, ma anche in un'ottica off-shore.
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