(Teleborsa) - Gli analisti di
Intesa Sanpaolo si attendono che lo staff della Banca centrale europea (BCE)
tagli le previsioni sulla crescita del PIL, con
riflessi anche sulle proiezioni di inflazione di medio termine (le proiezioni sull'inflazione core dovrebbero riavvicinarsi al 2% nel 2025). I segnali più chiari di rallentamento e i progressi delle misure di inflazione dovrebbero quindi
indurre il Consiglio direttivo a non alzare i tassi ufficiali alla riunione del 14 settembre, con il tasso sui depositi (DFR) che resterà al 3,75% e il tasso refi al 4,25%.
"L'incertezza dello scenario e il rischio che l'inflazione resti sopra il 2% anche nel 2025 giustificherebbero un
orientamento ancora restrittivo - scrive in una nota Luca Mezzomo, responsabile analisi macroeconomica della Direzione Studi e Ricerche di Intesa - Le probabilità di rialzo resteranno positive e vicine al 50% alle prossime riunioni. Tutto dipenderà dalla direzione che prenderà l'economia".
Se l'orientamento restrittivo si tradurrà poi in un rialzo dei tassi ufficiali
il 26 ottobre o il 14 dicembre, dipenderà dalla natura e dalla persistenza del rallentamento in corso, oltre che dalla conferma del sentiero di calo dell’inflazione sottostante.