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Open Fiber, Rossetti: punto chiave è definire strategia per digitalizzare il Paese

Economia
Open Fiber, Rossetti: punto chiave è definire strategia per digitalizzare il Paese
(Teleborsa) - "Abbiamo davanti anni importanti di lavoro ma il punto chiave è definire la strategia sulla quale puntare per realizzare una vera digitalizzazione del Paese. La rete in fibra ottica consente di risparmiare l’80% dell’energia e ha performance elevatissime: vogliamo restare su tecnologie vecchie che prima o poi dovranno essere abbandonate o vogliamo programmare adesso una migrazione, che richiede tempi lunghi, a tecnologie a prova di futuro?". Così Mario Rossetti, amministratore delegato di Open Fiber, in un'intervista al Sole 24 Ore.

"Open Fiber sta facendo un lavoro molto serio e importante", ha sottolineato Rossetti, smentendo le critiche in merito ad un’azienda in panne, vista "l’accelerazione nello sviluppo della rete nelle aree bianche". Open Fiber con quasi 14 milioni di unità immobiliari coperte in Ftth e 115mila chilometri realizzati, ha la rete d’accesso in fibra ottica più estesa d’Italia e tra le principali in Europa. Circa il 65% dei clienti Ftth in Italia naviga sulla nostra infrastruttura. Quindi parliamo di un asset strategico imprescindibile per qualsiasi ragionamento sulla digitalizzazione del Paese", ha dichiarato.

Né tantomeno, ha spiegato l’ad, "c’è stato alcun rallentamento legato al dossier rete Tim (Cdp e Macquarie avevano presentato un’offerta cui poi è stata preferita quella di Kkr, ndr) grazie anche all’impegno straordinario delle persone che lavorano in Open Fiber. Lo dimostrano i numeri. Nel primo semestre dell’anno abbiamo investito 848 milioni contro i 582 milioni di un anno fa, nel 2022 gli investimenti sono stati oltre 1,5 miliardi e quest’anno saliranno circa 2 miliardi. Tutto questo con numeri in crescita sul conto economico che abbiamo messo nero su bianco nella semestrale: ricavi per 267,5 milioni: +28%. E anche l’Ebitda si è attestato a 102,7 milioni: +33%".

"Sulle aree bianche, abbiamo ereditato ritardi importanti dalla gestione precedente – ha sottolineato il numero uno di Open Fiber –. Il piano andava chiuso al 2020, ma al 31 dicembre 2021 l’avanzamento era al 42 per cento. Oggi stiamo realizzando 20mila chilometri l’anno di infrastruttura, 50 chilometri al giorno sulle aree bianche. Se la società avesse lavorato sempre con questa velocità il progetto Banda Ultralarga, da 90mila chilometri, sarebbe già finito. Negli ultimi 19 mesi abbiamo realizzato più di 30mila chilometri. Nei 48 mesi fra 2017 e 2021 ne erano sono stati costruiti 37.500. Oggi siamo al 76% di avanzamento. Il che vuol dire che confermiamo al 2024 il termine dei lavori".

Rossetti ha poi evidenziato un altro risultato raggiunto dall'azienda, cioè l'abilitazione a consuntivazione di oltre 350 milioni di fondi europei entro la fine dell’anno sui Comuni finanziati con fondi Fesr nelle aree bianche: "altrimenti sarebbero andati persi. Una volta che la rete è finita e funzionate c’è un processo amministrativo per il collaudo che richiede tempo, questo spiega il numero più alto delle unità immobiliari in vendibilità rispetto a quelle collaudate".

Infine, un'ultima considerazione è stata dedicata ai clienti. "Ci sono segnali positivi: da quando abbiamo ridotto i prezzi, da 16,7 a 12,5 euro a linea, abbiamo visto un interesse crescente degli operatori grazie anche alla riduzione dei tempi di attivazione e al miglioramento del servizio – ha sottolineato Rossetti –. In questo quadro, è positivo anche l’accordo con Tim di un anno fa per l’utilizzo delle infrastrutture Fibercop. Stiamo infatti valutando di estenderlo alle aree grigie oltre che alle bianche. Entrambi abbiamo l’interesse a riutilizzare infrastrutture esistenti".
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