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Open Fiber, piano BUL al traguardo e accelerazione su Italia a 1 Giga

L’AD Gola a “Telco per l’Italia”: “Nella prima metà del 2025 completeremo i lavori nelle aree bianche in 15 Regioni. Milano può diventare la prima metropoli copperless in Europa”

Economia, Telecomunicazioni
Open Fiber, piano BUL al traguardo e accelerazione su Italia a 1 Giga
(Teleborsa) - Il 2025 sarà un anno chiave per la copertura in fibra ottica del Paese. È quanto emerso dalla kermesse di "Telco per l’Italia", tra gli appuntamenti ricorrenti del settore delle telecomunicazioni. A dettagliare lo stato dell’arte della connettività ultraveloce in Italia è stato Giuseppe Gola, amministratore delegato di Open Fiber, che è la prima azienda italiana per infrastruttura in fibra FTTH (la fibra che arriva fin dentro le case) e la terza in Europa, dopo la spagnola Telefonica e la francese Orange.

Open Fiber, che ha cablato con investimento privato 240 città grandi e medie (le cosiddette aree nere), sta lavorando ora su due macroprogetti finanziati dallo Stato: il piano BUL nelle cosiddette aree bianche, ossia 6000 piccoli comuni in cui nessun operatore aveva manifestato interesse ad intervenire, e il piano Italia a 1 Giga, per portare con fondi PNRR connettività Gigabit nelle zone sprovviste entro il 2026.

"Nell’ultimo anno abbiamo realizzato una struttura operativa che ci ha consentito una forte accelerazione nello sviluppo dell’infrastruttura. Per quanto riguarda il piano BUL siamo in dirittura d’arrivo, abbiamo completato il 93% del progetto e finalizzato le attività in alcune regioni" ha spiegato Gola, che è al comando di Open Fiber da ottobre 2023.

“Il nostro obiettivo è completare 15 regioni entro la prima metà dell’anno, e il resto entro il prossimo settembre. Nel corso del 2025 andremo a raccontare sui territori la necessità di utilizzare la rete che abbiamo costruito, per usufruire dei molteplici benefici di una connettività ultraveloce e portare così a termine il processo di evoluzione digitale del Paese".

Per quanto riguarda Italia a 1 Giga, nelle cosiddette aree grigie (zone industriali), dove Open Fiber è a lavoro in 9 regioni (nelle altre opera Fibercop, ossia l’operatore nato dalla vendita della rete TIM), Gola sottolinea come “nei primi mesi del 2024 abbiamo messo a punto un piano di catch up per colmare il ritardo iniziale e metterci sulla buona strada per raggiungere i target, e chiuderemo il 2024 con un numero di civici collegati più alto di quello che ci eravamo prefissati. Stiamo lavorando bene per raggiungere l’obiettivo sfidante di completare il piano entro giugno 2026".

Alzando lo sguardo a livello europeo, emergono però due dati contrastanti tra loro. Se dal lato della copertura in fibra ultraveloce l’Italia, dopo anni di ritardo, ha quasi raggiunto la media europea (60% contro il 64% UE), dal lato del take up, ossia l’effettivo utilizzo di queste reti, resta un divario ancora molto importante: 27% dell’Italia a fronte del 54% europeo, con picchi di oltre l’80% registrati in paesi top performer come Spagna o Francia.

"Il target definito dall’UE per la migrazione completa dal rame alla fibra è il 2030, ma un recente studio ICOM sottolinea come in Italia al ritmo attuale di migrazione non ce la faremo prima del 2036. Ci sono tutte le condizioni per accelerare sull’adozione della fibra e Open Fiber è pronta" osserva Gola. "Abbiamo lanciato una sperimentazione di migrazione massiva su reti in fibra in 5 comuni delle aree bianche, per dimostrare che si può fare anche altrove. A Milano abbiamo una copertura in fibra molto significativa, e renderla la prima metropoli europea copperless, ossia senza vecchie reti in rame, è un obiettivo possibile anche in tempi brevi, con la partecipazione di tutti gli attori e il sostegno dei policy makers".
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