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Restrizioni import prodotti ittici, Tokyo presenta reclamo al G20

Economia
Restrizioni import prodotti ittici, Tokyo presenta reclamo al G20
(Teleborsa) - Poche ore dopo il discusso (a dir poco) sversamento nell'Oceano Pacifico delle acque trattate della centrale di Fukushima, i livelli di radioattività riscontrati nei campioni di acqua marina sono nella norma. Lo assicura Tepco, la società che gestisce l'operazione, dopo i primi test "rapidi" effettuati ieri pomeriggio che confermano "che il valore analizzato è inferiore a 1.500 bequerel per litro". I becquerel per litro sono una misura della radioattività il cui limite di sicurezza è fissato a 60.000.



"Continueremo a condurre analisi ogni giorno per il prossimo mese e anche dopo: fornendo spiegazioni rapide e di facile comprensione, speriamo di dissipare le varie preoccupazioni", ha detto il portavoce della società.

Nel frattempo, il Giappone ha presentato un reclamo alla Cina durante un incontro del Gruppo del G20, dopo il divieto totale imposto da Pechino sulle importazioni di prodotti ittici giapponesi. Misura adottata immediatamente dalle autorità doganali cinesi proprio in risposta al rilascio dell'acqua trattata dalla centrale nucleare di Fukushima nell'Oceano Pacifico. Lo ha comunicato ai media locali il ministro per gli Affari Esteri nipponico, Kenji Yamada, confermando di aver formalizzato la protesta durante l'incontro dei ministri del Commercio e degli Investimenti del G20 nella città indiana di Jaipur.

Intanto, da una analisi Coldiretti su dati Istat nel 2022, emerge che in Italia sono arrivati oltre 123mila chili di pesce dal Giappone in un anno pari a meno dello 0,02% sul totale dei prodotti ittici importanti da tutto il mondo.


In realtà – sottolinea Coldiretti - i quantitativi aumentano se si considerano le importazioni dei tutti i Paesi che pescano nelle acque del Mar del Giappone anche perché l’Italia è fortemente dipendente dall’estero per i prodotti ittici. L’allarme che viene dal Giappone – continua la Coldiretti - evidenzia l’importanza di salvaguardare il patrimonio ittico nazionale in una situazione in cui oltre l’80% del pesce fresco consumato in Italia proviene dall’estero.
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