(Teleborsa) - In un'economia in cui
si moltiplica la frequenza di shock esogeni la
resilienza del settore finanziario è cruciale. Lo ha affermato il
Vice Presidente della BCE Luis de Guindos, in occasione della terza edizione della Conferenza Annuale sull'integrazione finanziaria europea, ricordando che "un sistema finanziario forte e integrato è essenziale per sostenere la crescita e la resilienza dell'economia della Zona Euro".
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Mercati dei capitali ben sviluppati e ampi possono aiutare ad allocare in modo efficiente il capitale alle imprese più innovative e produttive,
contribuendo così alla crescita economica", sottolinea il banchiere, notando che ciò facilita i finanziamenti transfrontalieri e la condivisione del rischio, accrescendo la resilienza finanziaria complessiva. Per far questo, però,
occorre "compiere ulteriori progressi nell'unione bancaria e continuare a
sviluppare l'unione dei mercati dei capitali".
Per accrescere il mercato dei capitali - ha spiegato de Guindos - bisogna "
accrescere il ruolo del settore finanziario non bancario rispetto a quanto già non sia".
Le attività del settore finanziario, che comprende fondi d'investimento, fondi pensionistici, assicurazioni ed altre società finanziarie
sono raddoppiate dopo la crisi finanziaria globale, passando da 15 trilioni di euro a
31 trilioni di euro e, negli ultimi anni, il settore è diventato sempre più importante nel finanziamento dell'economia reale dell'Area Euro, tanto che la
quota di finanziamenti concessi da soggetti non bancari a società non finanziarie è quasi
raddoppiato dal 2008, passando dal 15% al
??26% alla fine dello scorso anno.
"Il ruolo crescente dei soggetti non bancari offre il vantaggio di diversificare le fonti di finanziamento e può quindi contribuire a garantire una migliore erogazione di finanziamenti all'economia reale", afferma il numero due della BCE, aggiungendo "le prove suggeriscono anche che una quota maggiore di finanziamenti non bancari può aiutare le economie a riprendersi più rapidamente dalle recessioni".
La maggior presenza di istituzioni finanziarie non bancarie - nota il vice Presidente della BCE - può far insorgere
nuovi rischi e vulnerabilità, in particolare tre: i
disallineamenti di liquidità provocati dai riscatti e da investimenti in attività relativamente illiquide, come le obbligazioni societarie ad alto rendimento; la
leva finanziaria, che può amplificare gli shock e creare rischi di ricaduta per le banche (sintomatico il caso del default di Archegos);
l'incapacità di soddisfare la grande domanda di liquidità, come ha evidenziato il recente episodio di stress nel settore dei fondi pensione nel Regno Unito.
"Sebbene questi nuovi rischi e vulnerabilità siano evidenti, il settore finanziario non bancario è rimasto sostanzialmente stabile negli ultimi mesi, nonostante lo stress registrato dal settore bancario a marzo", ha sottolineato il banchiere, ribadendo che
"è fondamentale rafforzarne ulteriormente la resilienza, anche da una prospettiva sistemica".
De Guindos segnala
quattro aree in cui c'è necessità di ulteriori
interventi normativi per il settore finanziario non bancario: ridurre il rischio di mancata corrispondenza tra la liquidità degli asset dei fondi e le loro politiche di rimborso; rinnovare i nostri sforzi per riformare il settore dei Fondi dei mercato monetario; affrontare i rischi derivanti dalla leva finanziaria non bancaria da varie prospettive; migliorare le politiche sui margini e la disponibilità di liquidità per far fronte alle richieste.
"Più in generale dobbiamo
riconoscere la dimensione transfrontaliera delle attività e degli sviluppi normativi nel settore finanziario non bancario e
l'importanza del coordinamento globale", conclude de Guindos, facendo cenno anche alla recente proposta del Financial Stability Oversight Council degli Stati Uniti di considerare i soggetti non bancari come sistemicamente importanti.