(Teleborsa) - Il veto posto dall'Ungheria stoppa l'ottava tranche del
rimborso degli aiuti militari a Kiev nel quadro dello
European Peace Facility. Al Consiglio degli Affari Esteri, i ministri europei, infatti, non trovano l'intesa per erogare la tranche del valore di
500 milioni per le armi destinate all'Ucraina.
Budapest avrebbe preteso "garanzie" che l'Epf mantenga in futuro il suo orizzonte "globale" e non sia unicamente utilizzato per armare Kiev. L'Epf rimborsa gli Stati membri - di norma al 50% ma non c'è uno standard fisso - c
he hanno donato materiale bellico all'Ucraina.Ungheria, dunque, pronta a bloccare qualsiasi nuovo pacchetto di sanzioni contro la
Russia a meno che Kiev non rimuova la banca ungherese Otp dalla sua lista di sponsor di guerra, aveva fatto sapere il ministro degli Esteri di Budapest
Peter Szijjarto. "Non possiamo
dare il via libera finché Otp rimane nella lista nera", ha dichiarato Szijjarto, aggiungendo che "
lo stesso vale anche per le sanzioni". "Congelato" anche l'undicesimo pacchetto di sanziono: fra i 27 si sono resi, infatti, necessari "ulteriori approfondimenti". La palla passerà ora al prossimo comitato dei rappresentanti permanenti, fissato per
mercoledì prossimo."Sugli F16 decideremo tutti insieme, con i partner europei e con la Nato
. Non avendo l'Italia in dotazione F16 non ne può fornire, ma lavoreremo per prendere una decisione comune con gli alleati". Aveva detto il ministro degli Esteri
Antonio Tajani all'uscita dall'incontro con la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola.
Roma però dovrebbe far parte della coalizione dei jet
F-16 per l'Ucraina sostenuta da
Joe Biden al G7 di Hiroshima. La Premier Giorgia Meloni, prima di lasciare il G7 giapponese ha lanciato qualche indizio: "La valutazione da fare insieme agli alleati è quella di
un eventuale addestramento dei piloti ucraini, ma è una decisione che non abbiamo preso e che si sta discutendo con gli alleati".