(Teleborsa) - A poche settimane dalle
crisi prima della
Silicon Valley Bank e subito dopo di
Credit Suisse , la Commissione
Ue corre ai ripari e rivede le regole sulle crisi bancarie con un focus, in particolare, sugli
istituti medio-piccoli. Obiettivo dichiarato delle
nuove misure - che puntano a preservare la stabilità finanziaria per evitare il rischio contagi - è quello di scongiurare
salvataggi a carico dei conti pubblici. "In caso di fallimenti delle
banche non devono essere i cittadini a pagare ma attraversi
reti di sicurezza finanziate dall'industria", "così come dovranno essere protetti i depositi", ha detto il vicepresidente della Commissione europea
Valdis Dombrovskis. Che ha anche lanciato un
chiaro richiamo anche alla procedura di riforma del
MES , definendolo
"uno degli elementi importanti come backstop al fondo di risoluzione unico" delle banche. "
Più lungo è il processo e più a lungo dovremo attendere il paracadute", ha spiegato spingendo di fatto il nostro Paese verso la
ratifica.Bruxelles, intanto, ribadisce che la
prima linea difensiva restano le risorse che l
e banche devono avere per attutire possibili crisi. In linea con le norme vigenti, le autorità di risoluzione fissano, ovviamente istituto per istituto, il requisito minimo di fondi propri e passività ammissibili
(Mrel), ossia l'importo minimo di capitale proprio e di strumenti "bail-in" in pancia ad ogni banca per assorbire perdite e fornire capitale nello scenario di risoluzione. Il Mrel, sottolineano dalla Commissione
, è e rimarrà la prima linea di difesa per garantire che la banca disponga di risorse interne sufficienti per pagare il
costo del suo fallimento.