(Teleborsa) - Il Commissario europeo all'Economia,
Paolo Gentiloni, ha dichiarato che l'allungamento dei tempi di esame dell'attuazione del
PNRR dell'Italia "è un segnale dell'attenzione con cui i nostri servizi verificano il pieno raggiungimento di tutti gli
obiettivi, che non sono pochi". "In gioco – ha aggiunto nel suo intervento in collegamento al forum organizzato da Febaf a Roma – ci sono le prospettive di crescita sostenibile per l'Italia, e le sorti di un
programma europeo senza precedenti".
"Sapete che siamo nella fase della
valutazione del rispetto degli obiettivi e dei target legati alla terza richiesta di pagamenti. Avrete visto in questi giorni che la Commissione, di comune accordo con il
Governo, ha esteso i
tempi di questa valutazione come già avvenuto per altri paesi", ha sottolineato Gentiloni. In generale "siamo ancora nella prima parte dell'attuazione dei piani di Recovery ma un impatto già lo stanno avendo: il
rapporto investimenti pubblici-PIL è risalito ai livelli più alti degli ultimi anni, invertendo quel trend di declino degli investimenti pubblici che dopo la crisi finanziaria aveva segnato gli anni '10 e che è stato tra i responsabili della crescita striminzita di quegli anni". "Nessuno ignora le difficoltà di
attuazione, ma tutti dobbiamo concentrarci sullo sforzo per superarle", ha affermato il Commissario UE.
Gentiloni è poi intervenuto sulla possibilità da parte di Bruxelles di creare un
Fondo per incentivare la produzione di
tecnologie green. "In queste settimane si è parlato molto della sfida della competitività, in particolare per le
tecnologie pulite. La
competitività dell'industria europea va sostenuta anche con nuovi strumenti comuni, come il Fondo di sovranità europeo evocato dalla presidente
von der Leyen", ha dichiarato. "Questo, a mio avviso, sarebbe il modo più efficace di finanziare progetti di interesse comune nella transizione ecologica e nelle tecnologie pulite", ha aggiunto.
"L'allentamento delle norme sugli
aiuti di Stato, se restasse l'unica scelta comune, rischierebbe di far crescere la divergenza tra paesi – ha sottolineato – e incrinare il
mercato unico".