(Teleborsa) - "Abbiamo dati importanti che arriveranno, come le offerte di lavoro
JOLTS, gli occupati, l'inflazione e i prezzi alla produzione. Vogliamo guardare alla totalità dei dati per capire la direzione dell'economia. Non abbiamo preso nessuna decisione sulla velocità dei rialzi dei tassi e
non siamo su un percorso predefinito, e quindi adegueremo il percorso ai dati". Lo ha affermato il governatore della Fed
Jerome Powell in un'audizione al Congresso statunitense.
In linea generale, "i dati suggeriscono che
il livello finale dei tassi sarà più alto di quello che ci aspettavamo" in precedenza, ha spiegato al Financial Services Committee della Camera, in occasione del "Semiannual Monetary Policy Report to the Congress".
Le valutazioni della Fed sono cambiate dopo i recenti dati macroeconomici, che hanno segnalato la
robustezza dell'economia statunitense e la
persistenza dell'inflazione.
Già ieri,
parlando al Senato, ha aperto la porta a un approccio più aggressivo in materia di tassi di interesse, segnalando anche in quel caso che molto dipenderà dai prossimi dati macroeconomici. "Se la totalità dei dati dovesse indicare che è giustificata una stretta più rapida,
saremmo pronti ad aumentare il ritmo dei rialzi dei tassi", ha detto ieri Powell.
Nella riunione di febbraio della Fed, il FOMC ha aumentato i tassi di interesse di
25 punti base al 4,50-4,75%, rallentando quindi rispetto al rialzo da 50 pb attuato a dicembre. La testimonianza di Jerome Powell riaccende ora le scommesse sulla mossa che sarà attuata alla riunione di marzo, che potrebbe riconoscere la necessità di un tasso ufficiale più alto e di aumenti dei tassi potenzialmente più rapidi. La Fed
potrebbe quindi ritornare ad aumentare il costo del denaro di 50 pb.