(Teleborsa) - La
Banca Centrale Europea aumenterà i
tassi di interesse per l'area euro nella prossima riunione operativa del Consiglio direttivo, a marzo, "per poi valutare la successiva evoluzione della sua politica monetaria". La conferma – dopo
le parole della presidente Christine Lagarde di ieri al Parlamento europeo – è arrivata dal Bollettino economico appena pubblicato. In particolare, la
BCE ha riaffermato che "continuerà ad aumentare i tassi di interesse in misura significativa a un
ritmo costante e a mantenerli su livelli sufficientemente restrittivi da assicurare un ritorno tempestivo dell'inflazione al suo obiettivo del 2 per cento nel medio termine".
Questo
inasprimento – spiega l'istituzione – "ponendo un freno alla
domanda farà diminuire nel corso del tempo l'inflazione e metterà inoltre al riparo dal rischio di un duraturo spostamento verso l'alto delle aspettative di
inflazione". "In ogni caso, anche in futuro le decisioni del Consiglio direttivo sui tassi di riferimento saranno dipendenti dai
dati – prosegue – e rifletteranno un approccio in base al quale tali decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione". Nell'eurozona l'inflazione ha iniziato a segnare moderazione, portandosi all'8,5% anno a gennaio.
Il Bollettino ha comunque evidenziato che l'insieme di
rischi, positivi e negativi, appare ora "più equilibrato", sia per la crescita economica, sia per l'inflazione nell'eurozona. La
guerra in
Ucraina – prosegue il documento – "continua a rappresentare un significativo rischio al ribasso per l'economia e potrebbe nuovamente sospingere al rialzo i costi dei beni energetici e alimentari. Un ulteriore freno alla crescita nell'area dell'euro potrebbe inoltre derivare da un eventuale indebolimento dell'
economia mondiale più brusco rispetto alle attese". "In aggiunta, se la pandemia dovesse tornare a intensificarsi e causare nuovamente turbative dal lato dell'offerta, la ripresa ne risulterebbe ostacolata", avverte la
BCE che però sembra ottimista sui
prezzi dell'
energia segnalando che "lo shock energetico potrebbe esaurirsi più rapidamente di quanto anticipato e le imprese dell'area dell'euro potrebbero adeguarsi più velocemente al difficile contesto internazionale".
Alla BCE dopo l'inasprimento monetaria già operato "dobbiamo rivalutare attentamente le prospettive di medio termine sull'inflazione, il contesto economico sta cambiando", ha affermato
Fabio Panetta, componente del Comitato esecutivo durante un intervento al Centre for European Roforme a Londra. "Non dobbiamo vincolarci a mosse future in maniera incondizionata, ma restare legati ai dati – ha aggiunto – e pronti ad aggiustare la linea". Per Panetta, infatti, la BCE deve ora prendere maggiormente in considerazione il rischio di spingersi eccessivamente sulla
manovra di
stretta monetaria, in modo da "evitare costi eccessivi per l'economia reale".
Nell'attuale contesto più equilibrato – ha dichiarato – "non è più necessario porre enfasi unicamente sui
rischi inflazionistici al fine di evitare gli scenari peggiori. Occorre invece considerare il rischio che la stretta monetaria risulti eccessiva, oltre all'eventualità che la nostra azione possa rivelarsi insufficiente". "Una politica monetaria fondata sui dati, saldamente ancorata alla nostra funzione di reazione, ci consentirà di comunicare con chiarezza la
direzione di marcia e di fornire agli operatori le indicazioni necessarie senza accentuare la volatilità dei mercati", ha precisato. "Questo – ha spiegato Panetta – non significa che non agiremo con decisione nella nostra lotta all'inflazione. Significa che ci muoveremo con decisione nella
giusta direzione". "Non dobbiamo "guidare come un pazzo a fari spenti nella notte", ha concluso.