(Teleborsa) -
L'Ufficio Parlamentare di Bilancio conferma la sua stima sul
PIL 2023 allo 0,6 per cento ed ha marginalmente rivisto al rialzo quella per il 2024 all'1,4 per cento.
"Tuttavia - segnala l'IPB - lo scenario è gravato da diversi elementi d'incertezza, soprattutto di matrice internazionale, a cominciare dalla guerra fra Russia e Ucraina". Nel 2022, si legge nella nota sulla congiuntura di febbraio, il PIL italiano è cresciuto di mezzo punto percentuale in estate rispetto al secondo trimestre, per poi calare dello 0,1 per cento fra ottobre e dicembre. Il livello di attività ha raggiunto valori superiori di quasi due punti percentuali a quelli di fine 2019
, più che in Germania e Francia. Dal dato complessivo dell'anno scorso, il PIL del 2023 eredita una spinta pari a 0,4 punti percentuali.
Per il momento, malgrado il conflitto prosegua, i prezzi delle materie prime energetiche sono in calo. A fine gennaio le quotazioni del gas naturale sono tornate sui valori di settembre 2021, intorno ai 55 euro/MWh, dopo il massimo raggiunto a fine agosto 2022, pari a quasi 350. Il ridimensionamento è stato possibile grazie alla diversificazione delle fonti e al clima particolarmente mite registrato in autunno, fattori che hanno permesso ai Paesi europei di attingere alle scorte meno che in passato.
Con i prezzi dell’energia che hanno iniziato a normalizzarsi, l
’inflazione ha raggiunto il picco sulle due sponde dell’Atlantico: negli Stati Uniti in giugno (al 9,0 per cento) e nell’area dell’euro in ottobre (al 10,6). Il tasso è sceso al 6,5 per cento a dicembre negli Stati Uniti e all’8,5 in gennaio nell’area dell’euro
e ora le aspettative di inflazione sembrano stabilizzate tra il 2 e il 2,5 per cento tanto negli USA quanto nell’Eurozona.L'UpB sottolinea anche che dopo il
balzo di primavera (2,5 per cento), i consumi privati sono cresciuti allo stesso ritmo anche nel terzo trimestre. L’incremento è stato finanziato soprattutto dai risparmi, dato che il potere d’acquisto è stato poco più che stagnante; l’aumento dei redditi nominali (1,9 per cento) è stato infatti largamente eroso da quello dei prezzi (1,6 per cento). L’erosione del potere d’acquisto ha pesato sui consumi delle famiglie soprattutto in autunno.
Le previsioni UPB sull’economia italiana - A spingere l’attività economica italiana è la domanda interna. Nella media del 2023 e del
2024 la spesa delle famiglie è vista in crescita di circa un punto percentuale, seppure in rallentamento rispetto al biennio scorso a causa della perdita di potere d’acquisto indotta dall’inflazione; il tasso di risparmio dovrebbe continuare la discesa graduale dai picchi raggiunti nel 2020.
Anche per gli
investimenti si stima un rallentamento (al 2,7 per cento in media nel biennio), meno pronunciato per la spesa in costruzioni (3,2 per cento) rispetto a quella in macchine e attrezzature (2,3 per cento).
Per le
esportazioni, che l’anno scorso hanno fortemente sostenuto l’attività economica, la dinamica si ridurrebbe, allineandosi a quella del commercio internazionale, quindi con sostanziale invarianza delle quote di mercato estero delle nostre imprese. Per le importazioni è prevista una decelerazione ancora più marcata. Quanto
all’occupazione, è vista quest’anno in crescita dello 0,5 per cento, un ritmo che dovrebbe raddoppiare nel 2024, poco al di sotto di quello dell’attività economica.
Infine, è atteso
un calo graduale dell’inflazione per l’allentamento delle tensioni sui mercati delle materie prime (energetiche e non). La dinamica dei prezzi rimane tuttavia più sostenuta rispetto alla
crescita dei redditi da lavoro dipendente, causando una perdita
rilevante di potere d’acquisto.