(Teleborsa) -
Nel 2022 sono state
create circa 380mila posizioni lavorative (al netto delle cessazioni), un valore superiore a quello registrato nel periodo pre-Covid (anno 2019). E' quanto rileva il rapporto sul mercato del lavoro elaborato dal
Ministero, dalla
Banca d'Italia e da
Anpal.
L’aumento della domanda di lavoro - si spiega - è rimasto
sostenuto fino all’inizio dell’estate, riportando l’occupazione sul sentiero di crescita pre-pandemico.
Nei mesi successivi la dinamica, seppure positiva,
si è indebolita: nel bimestre novembre-dicembre le attivazioni nette si sono mantenute su livelli simili a quelli del 2019 (37.000 posti di lavoro in più a fronte dei circa 33.000 di tre anni prima, al netto degli effetti stagionali).
Turismo e servizi trainano la crescita
I
servizi hanno sostenuto l’occupazione nel primo semestre del 2022,
soprattutto il turismo che ha ripreso vigore fin dall’inizio della primavera, mentre rallentano le costruzioni ed i comparti della manifattura più esposti ai rincari dell’energia.
Dall’estate del 2020 e
fino ai primi mesi del 2022 le costruzioni hanno fatto registrare
ritmi di crescita eccezionalmente elevati; dal secondo trimestre dello scorso anno
l’espansione si è poi indebolita, fornendo un contributo modesto.
Nella manifattura la creazione dei posti di lavoro è proseguita a tassi sostanzialmente costanti anche negli ultimi due mesi dell’anno, nonostante il
rallentamento nei comparti a maggiore intensità energetica.
Contratti più stabiliNel 2022 si è rafforzata la
crescita delle assunzioni a tempo indeterminato, che nell’anno precedente aveva invece rappresentato solo il 40% delle attivazioni nette. Sono stati
creati oltre 410.000 posti di lavoro stabili, a fronte di una sostanziale stazionarietà degli impieghi a termine e di un calo di oltre 50.000 unità dei contratti di apprendistato. Nella prima fase dopo la pandemia (2021), in un contesto di elevata incertezza, il recupero dell’occupazione era stato sospinto soprattutto dalle posizioni a tempo determinato, a quando la ripresa si è consolidata (fine 2021 e 2022), le imprese sono tornate ad assumere con contratti permanenti e a trasformare le posizioni temporanee attivate nei mesi precedenti.
Crescita soprattutto al Centro NordLa
crescita del 2022 si è
concentrata soprattutto nel
Centro Nord e si è
fermata nel Mezzogiorno, dove il saldo è risultato negativo per circa 12.000 unità, al netto di fattori stagionali. In particolare, nelle regioni meridionali la fase espansiva si è interrotta una
volta
esaurita la spinta del comparto edile che aveva contribuito alla crescita occupazionale del 2022 per circa il 30%. Nello scorso anno la domanda di lavoro del Sud e delle Isole ha pesato nella creazione di nuove posizioni lavorative in Italia per circa un quinto, valore inferiore a quello del 2021 (quasi un terzo).