(Teleborsa) - Le accise per ora non scendono, ma
l'esecutivo è pronto ad intervenire quando ci saranno maggiori incassi dall'Iva. Lo annuncia la Premier Giorgia Meloni c
ercando di placare la tensione salita alle stelle dopo le misure decise dall'esecutivo contro i rincari, con i gestori che bocciano gli interventi e scelgono la strada dello scontro, proclamando due giorni di sciopero a fine mese.
Il governo, dunque, da un lato difende le scelte fatte con il decreto sulla trasparenza dei prezzi, ma dall'altro è costretto a correre ai ripari, convocando per oggi, venerdì alle 11:30, un incontro con il settore. Appuntamento su cui si spende in prima persona la stessa premier: "Incontrerò la categoria e dirò loro che non c'è nessuna volontà di fare scaricabarile", dice intervenendo al Tg1
. "Tutti i nostri interventi sono per calmierare l'inflazione", aggiunge quasi contemporaneamente al Tg5, e sulla benzina assicura: "Quello che che lo Stato incassa in più di Iva verrà utilizzato per abbassare il prezzo", annuncia Meloni.
Al momento n
el decreto non è previsto alcun intervento, scandiscono fonti dell'esecutivo, dopo le parole del ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti su un possibile taglio nel caso di aumento dei prezzi. Ma il CdM interviene "aggiustando" una norma che già esiste e consente di ridurre le accise se il prezzo supera almeno il
2% del valore indicato nel Def: in caso di aumento del prezzo del greggio e quindi dell'Iva in un quadrimestre di riferimento,
il maggiore introito incassato in termini di imposta dallo Stato potrà essere utilizzato per finanziare riduzioni del prezzo finale alla pompa.In Consiglio dei Ministri sono state inoltre approvate alcune modifiche al decreto varato appena due giorni fa sulla trasparenza,
garantendo che i buoni benzina saranno esentasse fino a fine anno.Come detto, i gestori - sul piede di guerra - hanno annunciato uno sciopero per il 25 e 26 gennaio, con presidio sotto Montecitorio. L'obiettivo è
"porre fine a questa 'ondata di fango' contro una categoria di onesti lavoratori e cercare di ristabilire la verità", spiegano unitariamente Faib-Confesercenti, Fegica, Figisc-Confcommercio, che accusano il governo di aumentare il prezzo dei carburanti, scaricando "la responsabilità sui gestori".
Intanto,
Ariano Irpino, in provincia di Avellino si candida ad essere la "capitale" dei prezzi più alti di benzina e gasolio praticati in tutta la regione Campania:
2,372 e 2,402 euro è il prezzo "servito" alla pompa.(Foto: David ROUMANET / Pixabay)