(Teleborsa) - L’indagine “
ManpowerGroup Employment Outlook Survey” sulle
prospettive occupazionali per il primo trimestre dell’anno indica come i datori di lavoro italiani prevedano
assunzioni in crescita, con una previsione netta di
occupazione (NEO – Net Employment Outlook) del +10%, al netto degli aggiustamenti stagionali. Pur positive, le previsioni mostrano un calo del clima di fiducia sia rispetto al trimestre ottobre-dicembre 2022, dove erano pari a +13%, sia a confronto del primo trimestre dell’anno appena trascorso, in cui le prospettive d’assunzione avevano raggiunto il valore record del +29%, in seguito al rimbalzo post-pandemico. I più ottimisti sono i datori di lavoro del comparto energetico (+25%), dell’information technology (+20%) e dell’industria (+15%).
ManpowerGroup ha intervistato oltre 38mila aziende in 41 Paesi e territori per rilevare le intenzioni di assunzione per il primo trimestre 2023.
“I datori di lavoro italiani mostrano una forte resilienza di fronte alla difficile congiuntura economica internazionale, continuando a credere nel futuro e ad investire in nuove assunzioni, ancorché in misura minore rispetto all’ultimo trimestre del 2022”, commenta
Anna Gionfriddo, Amministratrice Delegata di ManpowerGroup Italia. “Rimane elevata la richiesta di figure tecnologiche e specializzate. In particolare, il momento peculiare dei mercati energetici richiederà un’importante iniezione di talenti nelle aziende italiane del comparto, anche sotto la spinta dei fondi del PNRR ad esso dedicati, facendone il settore trainante del trimestre appena iniziato”.
Nel primo trimestre dell’anno, i datori di lavoro di tutte le
quattro macro aree italiane prevedono di aumentare i propri organici. In particolare le aziende del
Nord Ovest si dimostrano addirittura più ottimiste ora che nel precedente periodo analizzato: prospettive d’assunzione a +12%, mentre erano +9% per l’ultimo trimestre del 2022. Più cauti invece i datori di lavoro del resto del Paese: previsioni a +9% per il
Nord Est e a +8% per il
Sud e le Isole e una prospettiva di sostanziale stabilità per il
Centro con +3%.
Il settore dell’
energia prevede +25% di assunzioni tra gennaio e marzo. Segue a poca distanza quello dell’IT con +20%. Positive anche le prospettive per l’
Industria (+15%), per Consumer Goods e i servizi (+12%) e per la
Finanza e Immobiliare (+11%). Stabile il settore dei
Servizi per la comunicazione, mentre un leggero calo è previsto per
Sanità e Life Sciences (-1%). Dalla ricerca MEOS emerge inoltre una diffusa preoccupazione per le prospettive nel trimestre del comparto Trasporti, Logistica e Automotive che registra un -17% di previsioni d’assunzione.
Le prospettive di occupazione migliori sono previste dalle
grandi aziende (+12%), e da quelle di piccole dimensioni con +11%. Positive anche le prospettive per le
medie aziende (+9%), mentre rimarranno più o meno stabili per le
micro aziende (+2%). Quasi tutte le organizzazioni prevedono un clima occupazionale in calo rispetto alla fine dello scorso anno: in rapporto al quarto trimestre del 2022, infatti, la flessione è del -7% per le grandi imprese, -6% per le micro, -5% per le medie. Soltanto le piccole aziende vanno in controtendenza e migliorano del 5% le previsioni rispetto al precedente trimestre.
Mentre l'impatto di una potenziale recessione e l'aumento dell'
inflazione smorzano le prospettive di assunzione su base trimestrale e annuale, i datori di lavoro continuano a cercare nuovi talenti, registrando una previsione netta di occupazione del +23% a livello globale. Le intenzioni di assunzione migliori per il prossimo trimestre si registrano nella regione
Nord America (+31%) e nel
Sud e Centro America (+28%), con le migliori previsioni per Panama (+39%) e Costa Rica (+35%). I datori di lavoro in Europa, Medio Oriente e Africa (
EMEA) prevedono assunzioni in crescita (+18%), ma questa è anche l’unica regione con Paesi che riportano dati previsionali negativi: Ungheria (-8%) e Polonia (-2%). A livello globale, i ruoli digitali (IT, Tecnologia, Telecomunicazioni, Comunicazioni e Media) continuano a guidare la domanda (35%), seguiti da quelli del settore Banche, Finanza, Assicurazioni e immobiliare (+28%) e dal settore energetico (+26%).