Facebook Pixel
Milano 17:35
33.428 -0,20%
Nasdaq 21:11
20.773 -0,02%
Dow Jones 21:11
44.708 +0,93%
Londra 17:35
8.292 +0,36%
Francoforte 17:35
19.405 +0,43%

Borsa, Testa: 2022 difficile, ma più competitivi con integrazione Euronext e semplificazioni

Finanza
Borsa, Testa: 2022 difficile, ma più competitivi con integrazione Euronext e semplificazioni
(Teleborsa) - Dopo un 2022 particolarmente importante per quanto riguarda la roadmap dell'integrazione di Borsa Italiana in Euronext, il 2023 si preannuncia un anno altrettanto denso di appuntamenti per il gestore di Piazza Affari. I focus principali saranno sicuramente l'integrazione dei mercati di Borsa Italiana sulla piattaforma trading Optiq di Euronext e l'espansione di Euronext Clearing, la Cassa di Compensazione e Garanzia italiana, a tutti i mercati del gruppo, due progetti che testimoniano come il rapporto tra Piazza Affari e la sua nuova "casa" europea sia impostato per portare benefici a entrambe le parti. "La prima fase d'integrazione ha richiesto molto lavoro, ma ci siamo subito focalizzati su un dialogo bidirezionale", afferma Fabrizio Testa, amministratore delegato di Borsa Italiana, in un'intervista a Teleborsa, aggiungendo che "l'Italia ha contribuito con soluzioni che erano state già adottate all'interno del gruppo di Borsa o ha scelto all'interno delle soluzioni di Euronext, per trovarci adesso in una posizione di miglioramento sia dell'infrastruttura che dei servizi ai clienti".

La migrazione dei mercati di Borsa Italiana sulla piattaforma Optiq di gruppo è anche collegata al trasferimento del core data center di Euronext, che negli scorsi mesi è stato spostato da Basildon (Regno Unito) a Ponte San Pietro, alle porte di Bergamo. "Questo è importante perché attuerà il progetto del Single Order Book, con cui gli attori del mercato possono partecipare - con un'unica connettività - allo stesso pool di liquidità e quindi aumentare - nel caso dei mercati italiani - le attività di negoziazione. Questo è stato già sperimentato con successo negli anni nelle altre geografie", spiega Testa.

Guardando al calendario, il manager ricorda che a fine marzo ci sarà la migrazione dei mercati Cash e ETF italiani sulla piattaforma Optiq, a settembre ci sarà la migrazione dei mercati fixed income e dei certificati, mentre a ottobre inizierà l'espansione della clearing house italiana, che passerà da essere la clearing house dei mercati italiani a quella di tutto il gruppo. Ciò porterà Euronext a essere "più competitiva rispetto a altre Borse che avevano già la clearing all'interno del loro gruppo", sottolinea.

I passi avanti per creare un'infrastruttura sempre più competitiva hanno però come sfondo una situazione non facile per i mercati dei capitali. "È stato un anno più difficile rispetto al 2021, quando c'era stato il record di IPO e un mercato primario molto attivo, ma la discesa in termini di negoziazioni non è stata così pesante come forse potevamo aspettarci - afferma l'AD di Borsa - Sicuramente i listini hanno sofferto per il forte repricing che c'è stato in conseguenza dei fattori macroeconomici, soprattutto legati al riapparire dell'inflazione, che le banche centrali hanno fatto fatica prima ad individuare e poi a gestire, con conseguenze sia sui mercati azionari che obbligazionari".

Un dato molto considerato per misurare la salute dei mercati è l'afflusso di IPO, eventi anche molto commentati mediaticamente e che portano attenzione sui listini. Nel 2022 è continuato il trend di costante arretramento del numero di società quotate dal listino principale, a fronte di una forte crescita del segmento non regolamentato, che sta portando a una mutazione del profilo del mercato azionario italiano, molto più orientato verso le small cap. Secondo Testa, "il nostro listino rispecchia molto il tessuto industriale italiano. Assieme agli operatori di mercato è stato all'epoca creato il mercato Growth per dare un'opportunità di accesso ai mercati dei capitali anche a società medio-piccole e medie sulla Borsa. Sicuramente il mercato principale ha sofferto ed è per questo che noi siamo impegnati con gli stakeholder - autorità e operatori - per migliorare la competitività dei mercati italiani".

Il manager non vede comunque come plausibile uno scenario in cui in Europa emergano poche piazze per la quotazione di grandi società con dei mercati regionali focalizzati sulle PMI: "Nel setup di Euronext, con la creazione di una singola infrastruttura e liquidity pool, i paesi sono degli entry point al più grande bacino di liquidità d’Europa, con 2.000 emittenti e una capitalizzazione aggregata di circa 6 trilioni di euro. Il fatto stesso che abbiamo armonizzato le regole di quotazione, lato italiano ed europeo, è proprio per questo: permettere a ogni geografia, pur con le peculiarità e necessità domestiche, di sfruttare la dimensione europea".

Un altro problema del listino italiano è il fuggi-fuggi di medie-grandi aziende a causa dei delisting. Quest'anno si porterà via dalla piazza milanese - facendo la somma delle capitalizzazioni delle società che lo hanno lasciato - ben 43,3 miliardi di euro. Questo dato comprende anche casi più particolari come Exor, che si è trasferita in Olanda, Banca Carige, che è stata inglobata in BPER, e Cattolica Assicurazioni, che è stata assorbita da Generali. Le uscite più pesanti sono state quelle di Atlantia (quasi 19 miliardi di euro), Falck Renewables (oltre 2,8 miliardi di euro) e Cerved Group (circa 2 miliardi di euro). Se si aggiungono anche le operazioni già annunciate, ma non ancora attuate, si arriva a circa 46,5 miliardi di euro.

Questo fenomeno "sicuramente non ci fa piacere, ma allo stesso tempo dobbiamo essere in grado di gestirlo, anche perché non è solo una questione italiana", spiega l'AD. "I delisting sono abbastanza ciclici e nelle fasi di sofferenza dei mercati tendono ad essere più pronunciati - aggiunge - Ovviamente ogni caso va valutato a sé. Siamo molto impegnati affinché i mercati diventino sempre più efficienti e competitivi. Anche perché la Borsa consente alle aziende il continuo confronto con gli investitori, utile per crescere".

Secondo Testa, il problema non deve nemmeno essere posto come concorrenza tra public markets e private equity: "La Borsa è uno dei tasselli del mercato dei capitali ed è un tassello che permette di avere accesso a degli asset che sono stati ben scrutinati e spesso e volentieri diventano delle prede all'interno di strategie di M&A. Ma dopo il delisting, una riorganizzazione e magari alcune operazioni di M&A, le aziende possono rientrare in Borsa. Noi vediamo il private equity come complementare più che in competizione, e il mercato dei capitali è bello proprio perché ha vari attori e varie dinamiche".

Alle domande sui vari problemi di Piazza Affari, Testa risponde comunque citando i significativi passi avanti fatti quest'anno in termini di semplificazione della normativa e di aumento dell'attrattività dei public markets. Per quanto riguarda la dimensione domestica, un deciso boost è stato il Libro Verde del MEF, le cui proposte sono poi confluite negli interventi di agosto dalla Consob (in termini di procedure semplificate per l'approvazione dei prospetti informativi e via libera alla documentazione in inglese) e di settembre di Borsa Italiana (che ha semplificato le regole per le IPO a vantaggio delle società che intendono raccogliere capitali sul mercato regolamentato Euronext Milan). A dicembre sono poi arrivate una serie di proposte per semplificare la quotazione in Borsa da parte della Commissione europea (il cosiddetto Listing Act).

Secondo l'AD di Borsa Italiana, tutti questi soggetti si sono mossi assieme perché "c'è consenso sulla necessità di mettere mano a processi, procedure e regolamenti che sono lì da molto tempo. Il fatto che si possa fare facilmente il confronto con altri paesi porta a galla delle situazioni di gold plating che si sono radicate. Partendo dalla stessa direttiva, negli anni si sono create dei layer per dare risposta a delle specificità, che poi sono diventati delle barriere allo sviluppo. Ora si stanno mettendo a terra diverse azioni e io ho trovato terreno molto fertile e molta voglia di aumentare la competitività da parte di tutti gli stakeholder".

Se Borsa Italiana e Consob hanno fatto la loro parte, e le misure proposte dalla Commissione UE sono ora in discussione per essere approvate, restano altri nodi da risolvere a livello domestico, in quanto il prossimo passo nella semplificazione richiede l'intervento dei legislatori. Una richiesta degli operatori è la rivisitazione del Testo Unico della Finanza (TUF), ma diversi interventi a costo zero sono stati individuati anche dal Libro Verde. Su questo Testa si dice positivo: "C'è sicuramente consapevolezza da parte della politica, c'è un dialogo aperto e c'è la possibilità di veicolare queste proposte, che hanno trovato un ampio consenso. È un lavoro che sicuramente richiederà del tempo, ma siamo consapevoli che questo Libro Verde non è un Libro Bianco, quindi proposte che magari finiscono nel cassetto e vengono dimenticate".
Condividi
```