(Teleborsa) -
Torna d'attualità il dibattito sul MES, dal momento che
l'Italia è l'unico Paese a non averlo ancora ratificato, dopo che la Germania ha ratificato in seguito alla sentenza favorevole dell'Alta Corte tedesca. A precisarlo anche la
Presidente della BCE, Christine Lagarde, che si è augurata una veloce approvazione da parte dell'Italia.
Il MES o Meccanismo Europeo di Stabilità, conosciuto colloquialmente come Fondo salva-stati, è uno
strumento nato nel 2012, all'indomani della crisi economico-finanziaria del 2008-2009. In quel periodo si era in piena
crisi del debito sovrano, la speculazione si accaniva sui Paesi a più altro debito. La triade formata da Mario Monti, Angela Merkel e Nicholas Sarkozy decise dunque di varare uno
strumento per correre in soccorso di uno stato membro in difficoltà, ma
solo a certe condizioni e dietro precisi impegni (le famose condizionalità).
Le
condizionalità consistevano in genere in un piano di aggiustamento macroeconomico e di finanza pubblica, più stringente per i Paesi con qualche sbilanciamento come la Grecia, meno invasivo nel caso di Paesi in condizioni economico-finanziaria fondamentalmente sane colpiti da shock improvvisi dovuti alla speculazione. A decidere in merito agli aiuti ed ai piani di risanamento il consiglio dei Governatori, composto dai 19 Ministri delle finanze dell’Area Euro.
Il MES è nato con una
dotazione di oltre 700 miliardi di euro, versata sinora per 80 miliardi circa. L'Italia ha formato impegni di sottoscrizione per 125 miliardi e ne ha versati sinora 14 miliardi.
La famosa
"riforma" del MES sancisce il
venir meno delle condizionalità e dei piani di risanamento ed un
intervento del MES quale "backstop" del Fondo di risoluzione unico per le crisi bancarie. Naturalmente, anche in questo caso, c'è un certo margine di discrezionalità nel condurre le verifiche sul Paese che chiede assistenza finanziaria.
In tempo di pandemia è poi stato studiato un
nuovo utilizzo del MES in campo sanitario, per le spese necessarie a finanziare il sistema sanitario e, in questo caso, 'unica condizionalità sarebbe l'utilizzo dei finanziamenti per le spese del sistema sanitario.
Il governo italiano non ha ancora disposto la ratifica della riforma del MES ed ha preannunciato che sul punto dovrà esserci un ampio ed adeguato dibattito in Parlamento. Detto questo, il Ministro dell'Economia
Giancarlo Giorgetti ha già ventilato la possibilità di modificare il testo della riforma, negoziata ed approvata dal Governo Conte, per trasformare il MES da strumento contro le crisi debitorie e finanziarie a strumento di protezione contro shock esterni come la crisi energetica e la guerra i Ucraina e, in tempi non d'emergenza, per essere impiegato come volano per gli investimenti
Il problema più grande sarebbe la
necessità dell'Ue di ripartire da zero, rivedere radicalmente il testo della riforma, costringendo anche gli Stati che hanno ratificato la prima versione a rimettere tutto in discussione, con conseguente
allungamento dei tempi per la finalizzazione dell'iter. Una decisione non facile per il Governo, che ha sempre osteggiato uno strumento che, almeno per come è stato applicato alla Grecia è sembrano più un commissariamento che un aiuto.