(Teleborsa) - Il
Gruppo Crédit Agricole in Italia, dove è guidato da Giampiero Maioli, ha registrato nei primi nove mesi del 2022 un
risultato netto aggregato di 877 milioni di euro (+12% a/a), di cui 685 milioni di pertinenza del Gruppo
Crédit Agricole. L'attività commerciale continua a essere dinamica, con un Totale dei Finanziamenti all'economia pari a 95 miliardi di euro e una Raccolta Totale pari a 306 miliardi di euro. Il Crédit Agricole è presente in Italia, suo secondo mercato domestico, con circa 17.000 collaboratori e circa 5,3 milioni di clienti.
L'
utile netto consolidato del Gruppo Bancario Crédit Agricole Italia, al netto degli oneri derivanti dall’integrazione di Creval, si attesta a 387 milioni nei primi nove mesi del 2022, in crescita del +26% adjusted rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Includendo gli oneri derivanti dall'integrazione di Creval (pari a 21 milioni di euro al netto delle imposte) il risultato si attesta a 365 milioni di euro.
Il risultato del Gruppo in Italia rappresenta il
16% del profitto underlying di Crédit Agricole S.A. e il risultato di Crédit Agricole Italia rappresenta il
44% del profitto del Gruppo in Italia.
L'attività commerciale si conferma in crescita: crescita della base clienti con oltre 115 mila
nuovi clienti acquisiti (+6% a/a); collocati 7 miliardi di
prodotti legati al Wealth Management, con un equilibrato asset mix tra il segmento bancassicurativo (2,7 miliardi) e risparmio gestito (4,3 miliardi); decisa evoluzione dei volumi intermediati di
credito al consumo (+31% a/a) e dei premi delle polizze ramo danni (+9% a/a), che beneficiano della digitalizzazione dei processi e del potenziamento dei servizi di consulenza assicurativa; erogazioni alle imprese in crescita (+28% a/a); concessi complessivamente 1,3 miliardi di
crediti fiscali Ecobonus (x3,5 a/a).
I
finanziamenti verso clientela sono stabili nel confronto verso dicembre 2021 (-0,2%), con andamento in crescita nel terzo trimestre; in crescita il
comparto Agri-Agro (+2% vs dic-21) con incremento della quota di mercato che raggiunge il 6,8%, rispetto al 6,1% dell'anno precedente. In aumento anche la quota di mercato delle
richieste di nuovi mutui che sale al 6,2%4 rispetto al 5,7% del T3-21, a fronte di un contesto di mercato in rallentamento.