(Teleborsa) - E' di nuovo
allarme per il cambiamento climatico, mentre l'Europa ribadisce l'ambizione di avere un ruolo di promotore delle azioni sul clima, in vista della
COP27 di Sharm-el-Sheikh (Egitto) in programma dal 6 all’8 novembre. Partecipa per a prima volta anche la Premier
Giorgia Meloni, al suo vero esordio internazionale, assieme al neoeletto Premier britannico
Rishi Sunak. Possibile anche un faccia a faccia di meloni con il leader egiziano
al-Sisi.
Occhi puntati sul
vertice dei leader il 7 e 8 novembre, che vedrà 125 partecipanti tra capi di Stato e di governo, ma si parla di ben
40 mila presenze fra esponenti di
Ong, società civile, studiosi, settore privato, lobbisti di vario genere. L'attenzione è da sempre contesta fra i due grandi rivali -
Stati Uniti e Cina - ma l'assenza del Presidente cinese Xi Jinping e l'imminenza delle elezioni mid-term in USA rischiano di spostare il baricentro dei colloqui altrove.
A dispetto dei
passi indietro fatti dal Vecchio Continente sul carbone, a causa della crisi energetica innescata dalla contesta con la Russia,
l'Europa conta di avere un
ruolo propulsore sul clima e mantenere l'obiettivo di riduzione del 55% delle emissioni al 2030. Per questo motivo, lo scorso 28 ottobre, il Consiglio europeo ha annunciato di voler
destinare circa 23 miliardi di euro di finanziamenti al Sud del mondo con l’obiettivo di sostenere i paesi in via di sviluppo nella riduzione delle emissioni di gas serra e nell’adattamento alle conseguenze dei cambiamenti climatici.
Frattanto l'ultimo disastroso rapporto dell'
Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo) ha messo in luce che gli
ultimi 8 anni sono stati i più caldi di sempre a causa della concentrazione di gas serra (anidride carbonica, metano, diossido di azoto) e dell'innalzamento della temperatura degli oceani, provocato dallo scioglimento dei ghiacciai e delle calotte polari. La desertificazione, poi, ha provocato la morte di migliaia di persone e milioni sono state private dei mezzi di sostentamento, condannate a fame, miseria e migrazioni. Caldo e disastri hanno fatto anche proliferare le malattie.
La temperatura media nel 2022 è di circa 1,15 gradi sopra i livelli pre-industriali (1850-1900). "Abbiamo livelli così alti di anidride carbonica nell'atmosfera oggi che l'obbiettivo di 1,5 gradi dell'Accordo di Parigi è a malapena raggiungibile", ha affermato il segretario generale della Wmo, Petteri Taalas.
E secondo
l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), tra 2030 e 2050, vi saranno
circa 250.000 morti in più all'anno per malnutrizione, malaria, diarrea e stress da caldo. Entro il 2030 si stima che i costi dei danni diretti alla salute saranno compresi tra 2 e 4 miliardi di dollari all'anno.